Riceviamo pubblichiamo un commento da parte della docente Anna Mazzola, a proposito di un nostro articolo dal titolo “Con la Carta del docente si comprano calendari sexy e di cani che s’accoppiano, disco rosso per stampanti, scanner e pen drive“. Di seguito il testo del documento della docente:
Buongiorno,
trovo scandaloso l’articolo pubblicato sull’utilizzo improprio, o quantomeno bizzarro, della carta del docente per l’acquisto di calendari sexy, e non mi si risponda che il “lettore” in questione abbia usato l’esempio paradossale per argomentare e protestare contro il fatto che la carta non possa essere utilizzata per stampanti, pen drive, ecc.
No, la tesi non mi convince affatto. Mi sembra invece che la denuncia del “lettore”, con annessa ennesima squalificazione del docente (anche sporcaccione ora, oltre che fannullone e quant’altro già sappiamo di questa specie umana) costituisca un passettino in più a favore dell’abolizione anche di questo vantaggio, abolizione già peraltro fatta paventare e poi (provvisoriamente?) scongiurata. Si comincia col parlare di abusi, di utilizzi impropri, di altri imbrogli, per poi gridare allo scandalo, influenzare negativamente l’opinione pubblica e infine fare sparire il bonus, esattamente com’è accaduto per la 18app.
Anche i diciottenni, lo sanno ormai tutti gli italiani, usavano il bonus per altri non nobili scopi! È quindi un bene che sia stato abolito: abbasso gli sprechi!
E non dico altro.
Io, comunque, oltre a essere una lettrice, sono una docente con 35 anni di servizio presso un liceo scientifico statale.
Anna Mazzola
Risposta di Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola.
Gentile lettrice,
il senso dell’articolo da lei indicato non è certo quello di cancellare la carta del docente, la quale rappresenta invece uno dei più utili provvedimenti introdotti nella scuola negli ultimi lustri. E che andrebbe anche allargata ai precari, come sostengono molti giudici, e pure al personale Ata. Nessuno, quindi, vuole “buttare il bambino con l’acqua sporca”.
Su indicazione del lettore, Andrea Atzeni, abbiamo solo voluto sottolineare certe incoerenze sul modello organizzativo della carta. A noi non interessa il fatto che qualche insegnante abbia potuto acquistare (speriamo di no!) il calendario sulle ‘cacche’ dei cani, ma la possibilità che il ministero dell’Istruzione permetta che ciò avvenga.
Una ipotesi che diventa paradossale nel momento in cui viene negata agli stessi insegnanti italiani la possibilità di acquistare con i fondi annuali dell’aggiornamento professionale una stampante, uno scanner o una pen drive: tutti strumenti indubbiamente utilissimi per svolgere al meglio la professione d’insegnante, ma evidentemente non considerati tali dai tecnici del ministero dell’Istruzione.
Per concludere, la domanda che abbiamo posto è questa: perchè un calendario sexy o sugli accoppiamenti dei cani viene reputato un supporto all’insegnamento, mentre lo strumento davvero utile per stampare, scansionare o archiviare dei compiti in classe viene cassato? Perchè ci si ferma alla stampante 3D, che serve solo ad una nicchia di docenti? Qual è la logica? Probabilmente non c’è. L’impressione è che stia semplicemente vincendo la burocrazia. E la tradizionale “pigrizia” dell’amministrazione nel correggersi in corsa.
Non a caso, nessuno da Viale Trastevere ha mai risposto al nostro quesito che poniamo da anni. Noi, però, non ci fermiamo e continueremo a soffermarci su certe storture, convinti che l’informazione serva anche e soprattutto a questo.
Saluti.
Alessandro Giuliani
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