Sulla polemica che si è aperta proposito del consueto calendario annuale prodotto dal Ministero riceviamo dalla Direzione Generale della Comunicazione istituzionale un chiarimento che spiega il contesto in cui si inserisce l’iniziativa.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito produce dal 2017 un proprio calendario.
La pubblicazione è destinata ai dipendenti, come strumento di comunicazione interno.
Ogni anno il calendario è dedicato a un tema di carattere istituzionale.
Con l’edizione 2023 è stato avviato un progetto a puntate di valorizzazione del patrimonio in possesso del Ministero.
A partire dalla collezione dei ritratti dei Ministri dell’Istruzione che si sono succeduti dal 1859 fino al 1923, presente nel Salone più importante del Palazzo. Si tratta di Ministri che hanno fatto un pezzo della storia dell’Istruzione. La Sala dove sono conservati i ritratti è parte integrante del percorso delle visite guidate che vengono effettuate con scolaresche da tutta Italia.
La stampa del calendario 2023 è avvenuta dopo un lavoro di ideazione, supportato anche dal contributo di personale universitario, che si è concluso nella prima settimana di ottobre 2022, prima dell’insediamento formale del nuovo governo. Non vi era nessuna possibilità per l’attuale vertice politico di incidere sulla linea editoriale. Il calendario è un prodotto del Ministero, non del Ministro.
Il calendario 2023 è stato costruito lavorando sulle riproduzioni fotografiche dei primi dodici ritratti fra quelli presenti nel Salone, operando in senso puramente cronologico: si tratta quindi dei ministri del periodo che va dalla proclamazione del Regno d’Italia, nel 1861, fino al 1876. Il lavoro cominciato con il calendario 2023 proseguirà, sempre in modo cronologico, con ulteriori pubblicazioni, che raccoglieranno informazioni e curiosità sugli altri Ministri ritratti nel Salone presente a Viale Trastevere. I dipinti (una quarantina) arrivano, infatti, fino al 1923 e, dunque, al Ministro Giovanni Gentile.
Nell’edizione 2023 è stata data attenzione all’equilibrio di genere: per dare spazio anche alle figure femminili, ai Ministri sono state affiancate le biografie di donne, maestre, ispettrici dell’epoca, educatrici di cui non possediamo i ritratti, ma le cui opere e azioni educative hanno edificato, spesso silenziosamente, la vita della scuola italiana.
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