Sull’allungamento dell’anno scolastico il governo non ha ancora preso alcuna decisione: molto dipenderà comunque dall’andamento dei contagi e dall’incisività delle varianti. Lo ha fatto intendere il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso della conferenza stampa di Palazzo Chigi del 2 marzo sul nuovo Dpcm in vigore dal 6 marzo.
Su un eventuale allungamento del calendario scolastico “io ritengo che ci sarà bisogno di un’ulteriore riflessione“, ha sottolineato Speranza.
“Il tema della scuola è decisivo – ha aggiunto il titolare del dicastero della Salute -, c’è l’attenzione di tutto il governo. Abbiamo deciso le misure che ho prima illustrato perché c’è un fatto nuovo, la capacità d’impatto della variante inglese sulle generazioni più giovani”.
La novità delle varianti, a cominciare proprio da quella inglese, “è un impatto che diffonde il contagio e che può aumentare la velocità della curva. Continueremo ad analizzare i dati e valuteremo se ci sarà necessità di aggiornare le misure”, ha concluso Speranza.
Rimangono in piedi, dunque, le ipotesi di slittamento almeno fino al 30 giugno del termine dell’anno scolastico.
Nei giorni scorsi aveva preso largo l’ipotesi che l’allungamento dell’anno scolastico sarebbe stato limitato, sempre se avallato, alla sola scuola del primo ciclo.
Anche l’avvio della maturità e dell’esame finale di licenza media nei tempi canonici, è sembrato scongiurare la possibilità di vedere in classe gli studenti della secondaria oltre le date di fine anno prefissate dalle singole Regioni.
L’eventualità di prolungamento solo per la scuola dell’infanzia e primaria, tuttavia, ha creato più di un malumore. Se non altro, perchè la scuola dell’infanzia e primaria, tranne rari casi, è proprio quella che, assieme al primo anno di corso della secondaria di primo grado, dallo scorso settembre si è svolta sempre in presenza.
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