Chi ha messo in circolazione voci sul prolungamento del calendario scolastico dimostra di non sapere nulla di ciò che sta succedendo nelle scuole italiane.
Significa non sapere per esempio che il calendario scolastico è già uguale, quando non superiore, a quello di molti altri sistemi scolastici europei.
Significa non sapere che quella degli insegnanti è la categoria a più alto rischio di burnout e che un prolungamento del calendario sarebbe insostenibile, anche perché il periodo di didattica digitale a distanza comporta un impegno enormemente superiore con risultati frustranti.
Significa non sapere quali sono le carenze del sistema scolastico italiano, che determinano una riduzione della qualità dei risultati, a partire dai tanti edifici fatiscenti e dalle risorse inadeguate per acquisto di attrezzature e materiali didattici, all’impossibilità di offrire mensa e frequenza pomeridiana, con la quale si potrebbe contrastare la dispersione scolastica, sottraendo tanti ragazzi ad una vita di strada o di videogiochi da 8 ore al giorno.
Significa non sapere che un nodo cruciale è la formazione iniziale e in itinere degli insegnanti. Nella scuola secondaria siamo ritornati infatti ad una situazione in cui è sufficiente una laurea, a cui adesso si aggiungono quattro esami (24 CFU), ma senza una vera formazione comprensiva di tirocinio.
Significa non sapere che i tagli operati dalla ministra Gelmini hanno provocato talmente tanti danni che da quei giorni le scuole funzionano solo grazie al fatto che insegnanti appassionati le tengono in piedi con centinaia di ore di volontariato. Senza coloro che svolgono funzioni intermedie come collaboratori dei dirigenti, funzioni strumentali, formatori, coordinatori di classe e dipartimento infatti, la scuola non potrebbe esistere e queste sono tutte figure sottopagate e a volte pagate in modo solo simbolico con pochi euro all’anno, pur svolgendo ruoli fondamentali e indispensabili.
Significa non sapere che da allora non viene più insegnata informatica nelle scuole medie e ora siamo in una situazione in cui sarebbe importante avere un alto livello di competenze digitali, considerate peraltro competenze chiave a livello europeo e indispensabili per la didattica a distanza, ma i nostri studenti ne sono completamente sprovvisti e gli insegnanti devono improvvisarsi tutti insegnanti di informatica, per consentire almeno un parziale svolgimento della didattica a distanza, che si scontra continuamente con l’incapacità degli studenti anche solo ad inviare una email.
Significa non sapere che un miglioramento delle scuole non passa attraverso lo stimolo della competizione interna, come ha voluto la riforma della scuola di Renzi, ma attraverso l’incentivo alla cooperazione, sia tra insegnanti che tra studenti e famiglie, puntando alla creazione di comunità di apprendimento, solidalmente rivolte alla crescita dei bambini e degli adolescenti.
In questa situazione, chiedo scusa, ma ho l’impressione che chi ha suggerito di prolungare il calendario scolastico, non sappia assolutamente nulla di ciò che succede nelle scuole.
Al nuovo governo servono altri consiglieri, che sappiano evitare interventi dettati da luoghi comuni o pensate improvvisate e riescano invece a guardare alle evidenze scientifiche nell’ambito delle scienze dell’educazione, per immaginare una scuola che possa aiutare i nostri giovani a diventare cittadini consapevoli e responsabili, capaci di pensare e gestire la complessità e in grado di condurre il nostro Paese ad affrontare le tante difficoltà che nel prossimo futuro si prospettano, con competenze adeguate e in una dimensione di solidarietà e di rispetto dei diritti umani e sociali.