Si svolge oggi, mercoledì 17 aprile, a partire dalle 15,00 il question time trasmesso in diretta televisiva dall’Aula di Montecitorio a cui risponde, tra gl altri, anche il ministro Giuseppe Valditara.
Valditara risponde a interrogazioni sulle dichiarazioni relative all’adozione di un provvedimento in materia di articolazione del calendario scolastico (Manzi – PD-IDP); sull’annunciato provvedimento relativo all’articolazione del calendario scolastico e iniziative per favorire l’integrazione, con particolare riferimento al “Piano estate” (Sasso – Lega); sulle iniziative per una campagna di informazione a favore degli studenti in tema di transizione energetica (Lupi – NM (N-C-U-I)-M).
Anche in seguito alla decisione unanime del consiglio di istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello (Milano) di una giornata di chiusura il 10 aprile 2024, in occasione della festa di fine Ramadan, nel corso del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2024 il Ministro interrogato, come riportato dalla stampa, avrebbe sollevato il tema della «chiusura delle scuole per festività non riconosciute dallo Stato»;
durante la festa per i 40 anni della Lega, tenutasi il 14 aprile 2024 a Varese, il Ministro interrogato avrebbe, anche in tale occasione, annunciato l’avvio di un provvedimento, dichiarando che «non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato»;
l’articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 297 del 1994, recante «Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado», stabilisce che tra le competenze del consiglio d’istituto vi sia proprio «l’adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali»;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999 che disciplina l’autonomia scolastica stabilisce che essa è «garanzia di pluralismo culturale che si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti»;
in tal senso, ogni istituto italiano può decidere in autonomia le proprie pause didattiche. Basti pensare a quello che accade a Ivrea, dove per il celebre carnevale le scuole chiudono per più giorni durante quella settimana rispetto ad ogni parte d’Italia, o in città come Prato, dove c’è una comunità cinese numericamente importate in cui in diverse scuole, a quanto consta agli interroganti, già si adottano misure del genere nei giorni del Capodanno cinese, ma ci sono anche scuole che adattano il calendario per far svolgere ai propri studenti la settimana bianca;
in materia di calendario scolastico, la competenza spetta alle regioni e – in tal senso – se apparivano già quantomeno singolari gli interventi del Ministro interrogato a commento della delibera dell’istituto di Pioltello, appare quanto più lesivo l’annuncio di un provvedimento che limita il principio, costituzionale, dell’autonomia scolastica –:
come il Ministro interrogato intenda avviare un provvedimento normativo che disciplini il calendario scolastico senza limitare e ledere il principio, costituzionale, dell’autonomia scolastica.
Ecco la risposta di Valditara: “Ritengo l’autonomia un valore importante ma non vuol dire che si può fare quel che si vuole. A Pioltello sono intervenuto per far rispettare delle regole non banali, la democrazia si basa sulle regole. Trovo grave che qualcuno abbia fatto passare il mio intervento addirittura razzista. L’intervento che ho anticipato vuole evitare che la scuola precipiti nel caos della discriminazione. Si rischia che si cerchi di rivendicare giorni da parte delle varie religioni. Risulta illegittimo il fatto che la scuola si sostituisca allo Stato. La futura normativa non sarà contro quella o questa religione, ma sarà per una scuola ordinata che rispetti il principio di non discriminazione. Le scuole sono i luoghi privilegiati per capire e per capirsi”.
Ecco la replica di Manzi: “Esca dalla propaganda, per favore, lo faccia per il bene della scuola e per il bene dell’autonomia scolastica. Innanzitutto bisogna garantire, come dice la legge, garantire il pluralismo culturale e l’autonomia delle scuole, per non lasciare indietro nessuno. Pioltello non è stata chiusa per motivi religiosi e didattici. Non si fa propaganda politica a carico delle scuole, vanno ascoltate e sostenute, mettendosi a fianco dei docenti e degli studenti. Uscite dalla propaganda elettorale. C’è in ballo la serenità scolastica”.
Come noto, il caso registrato all’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, che aveva deliberato la sospensione delle lezioni per il giorno di fine Ramadan, ha suscitato non poche polemiche;
la delibera adottata dal consiglio di istituto, a seguito di verifiche effettuate dall’ufficio scolastico regionale competente, è risultata viziata da irregolarità, che hanno richiesto un intervento del Ministro interrogato al fine di ripristinare la legittimità dell’azione amministrativa;
nei giorni scorsi, a Varese, il Ministro interrogato è tornato sul caso del predetto istituto, annunciando che non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato;
il Ministero, infatti, starebbe lavorando a un provvedimento che non consenta alle scuole di restare chiuse per festività religiose non riconosciute dallo Stato italiano;
taluni esponenti politici e sindacali asseriscono che la misura sia in contrasto con il principio dell’autonomia scolastica che riconosce alle scuole di poter adattare il calendario scolastico in relazione alle esigenze derivanti dal piano triennale dell’offerta formativa, ai sensi dell’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999;
il provvedimento, inoltre, per alcuni, sarebbe dettato da una presa di posizione ideologica del Ministro interrogato che intende compromettere il processo di integrazione in cui è impegnata l’intera comunità educante, soprattutto in quei territori dove esiste un tessuto multiculturale;
queste accuse preventive e preconcette a questa iniziativa sembrano non tener in alcun conto le altre iniziative, intraprese dal Ministro interrogato, al fine di ridurre i divari che si registrano nella popolazione scolastica di provenienza straniera –:
quali siano i contenuti del provvedimento annunciato per capire in che modo sarà rispettata l’autonomia scolastica e quali iniziative, anche relative al «Piano estate», intenda adottare per favorire la piena integrazione, inclusione e socialità nel nostro Paese.
Ecco la risposta di Valditara, pronunciata tra le contestazioni e i fischi dei presenti in aula: “Voglio dire a Manzi di leggere meglio la Costituzione. L’obiettivo è evitare situazioni caotiche. Le religioni non riconosciute dallo Stato sono numerose, così le feste nazionali di altre nazionalità. Il rischio è che ci possa essere una discriminazione. La norma che stiamo studiando è semplice, non consentirà la chiusura delle scuole per festività religiose e nazionali non riconosciute dallo Stato Italiano. Una norma che si inserisce nel dettato della Costituzione e rispettosa dell’autonomia e delle Regioni”.
Sasso ha aggiunto: “In principio tolsero i crocifissi a scuola, poi i presepi, poi i canti di Natale. Ora c’è una scuola in cui ci sono corsi di arabo. C’è un processo di islamizzazione.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile e di transizione energetica che il Paese si è impegnato a perseguire, al fine di raggiungere l’azzeramento netto delle emissioni entro il 2050, richiedono un importante sforzo economico e tecnologico, ma anche un cambio di paradigma culturale;
i comportamenti virtuosi dei singoli cittadini rischiano di essere inefficaci, se non accompagnati da una maggiore consapevolezza delle azioni che il Paese deve implementare per modificare i processi produttivi;
sono note le difficoltà dei cittadini ad accettare la realizzazione di infrastrutture strategiche e di interesse pubblico sul proprio territorio, quali gli impianti di produzione da fonti rinnovabili, le reti di distribuzione energetica o le strutture per lo smaltimento dei rifiuti;
le campagne di informazione e di promozione di una cultura della responsabilità personale e sociale rappresentano uno strumento fondamentale di cui le istituzioni devono farsi carico, a partire dal sistema di istruzione scolastica;
le Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica individuano tra i nodi concettuali fondamentali lo sviluppo sostenibile, con un richiamo esplicito all’Agenda 2030 dell’Onu. In particolare, si riferiscono all’importanza che gli studenti comprendano «la necessità di uno sviluppo equo e sostenibile, rispettoso dell’ecosistema, nonché di un utilizzo consapevole delle risorse ambientali; conoscano le fonti energetiche e promuovano un atteggiamento critico e razionale nel loro utilizzo; rispettino, curino, conservino e migliorino l’ambiente, assumendo il principio di responsabilità»;
il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, pubblicato nel 2022, sottolinea l’importanza delle attività di comunicazione e informazione preventiva sul tema della radioattività ed evidenzia come «la percezione del rischio radiologico/nucleare sia condizionata dalla scarsa conoscenza che si ha di esso e sia inoltre influenzata da elementi di natura socio-anagrafica, socio-culturale, socio-economica e socio-politica»;
due mozioni approvate dalla Camera dei deputati in data 9 maggio 2023 impegnano il Governo a favorire campagne di informazione pubblica scientificamente rigorose sulle diverse fonti e tecnologie energetiche utili al conseguimento degli obiettivi di transizione energetica –:
quali iniziative intenda realizzare per promuovere percorsi finalizzati ad accrescere la consapevolezza degli studenti sulla transizione energetica e sugli obiettivi «net zero», nonché sull’importanza di saper analizzare criticamente le implicazioni sociali, economiche, ambientali delle diverse opzioni tecnologiche.
Ecco la risposta di Valditara: “Le nuove generazioni devono essere educate per essere agenti del cambiamento, capaci di agire per la sostenibilità. Nella legge 92/2019 sull’educazione civica tra i nuclei tematici c’è proprio l’educazione ambientali. Le linee guida sull’educazione civica di prossima adozione verteranno proprio su questo. Voglio ricordare che ho ritenuto di promuovere un nuovo protocollo per diffondere la cultura dello sviluppo secondo l’Agenda 2030. Dal 7 al 23 maggio ci sarà il Festival dello Sviluppo Sostenibile, sono coinvolte centinaia di associazioni e anche scuole, attrici fondamentali in grado di stimolare l’impegno verso la sostenibilità. Nell’ambito del Pnrr stiamo investendo per realizzare nuove scuole sicure e sostenibili, per una didattica di valore e innovativa”.
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