Home Attualità Calendario Scolastico in Piemonte: il caso particolare del 17 febbraio

Calendario Scolastico in Piemonte: il caso particolare del 17 febbraio

CONDIVIDI

È successo in questi giorni a Torino quello che in molti hanno definito un serio attacco alla libertà di scelta e di pensiero e all’autonomia delle scuole: scompare dal calendario scolastico il 17 febbraio, data che per la comunità valdese rappresenta il ricordo della concessione dei diritti civili, avvenuta nel 1848.

Fu il re Carlo Alberto che 174 anni fa, con le “Lettere Patenti”, a siglare un importante passo avanti verso la tolleranza e la convivenza tra popoli che vivono negli stessi territori, cittadini e cittadine di uno stesso Stato. A Torre Pellice, Luserna San Giovanni, Pomaretto, San Germano Chisone, Pinerolo e in tanti altri piccoli paesi dove una consistente percentuali di persone fa parte della chiesa valdese, l’appuntamento con la ricorrenza del 17 febbraio è irrinunciabile, in quel giorno si ricorda infatti il diritto alla libertà, attualizzato, tenendo in considerazione i tanti uomini e donne che ancora oggi nel mondo lottano per averla. Per tradizione in quel giorno di festa uffici, istituzioni pubbliche e le scuole sono chiusi.

Oggi i valdesi in Italia sono circa 25.000 e vivono in maggioranza in Piemonte, ma vi sono comunità a Roma, Milano, Napoli, Palermo, Trieste, Venezia e in altri piccoli e grandi centri della penisola. E discendenti dei valdesi vivono in diverse parti del mondo, tra cui North Carolina (USA), Uruguay, Germania, Svizzera.

L’antefatto: la circolare della Giunta Cirio

A differenza degli anni passati, la Giunta regionale guidata da Alberto Cirio lo scorso 30 giugno ha di fatto vietato agli Istituti scolastici della val Pellice e della val Chisone di sospendere le lezioni il 17 febbraio. 

Grazie all’autonomia scolastica e ai sensi del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, il collegio docenti e i consigli degli istituti scolastici delle Valli Valdesi hanno da sempre deliberato di sospendere l’attività scolastica il 17 febbraio, in quanto per l’appunto giorno di festa della chiesa valdese. Per l’anno scolastico 2022-2023, ci si è trovati di fronte ad una barriera mai esistita prima, un muro di rigidità e di totale incomprensione, senza considerare le forti ragioni storico-culturali specifiche del territorio e che, più in generale, potrebbero sensibilizzare tutti i cittadini piemontesi al rispetto delle minoranze.

Le proteste

Immediata la presa di posizione della consigliera regionale Monica Canalis, vice segretaria Pd e del sindaco di Torre Pellice Marco Cogno che hanno detto “Facciamo appello al Presidente Cirio, ma anche al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, Stefano Suraniti, affinché correggano l’errore e mantengano vivo lo spirito plurale e accogliente che, da secoli, contraddistingue il nostro Piemonte. La sospensione dell’attività didattica il 17 febbraio ha un importante valore storico, culturale e religioso per il nostro territorio. Non concedere la sospensione sarebbe un passo indietro nella storia”. Il sindaco di Perosa Argentina di fronte alla decisione della Giunta Cirio ha affermato che firmerà personalmente l’ordinanza di chiusura delle scuole.

A protestare anche l’Istituto comprensivo di Torre Pellice, che ha scritto una lettera che si chiude con l’auspicio “che la Regione Piemonte possa tornare a consentire a tutte le istituzioni scolastiche di deliberare giorni di sospensione dell’attività scolastica in base a comprovate ragioni storico-culturali specifiche del territorio in cui si trovano”.  

La risposta dell’assessore all’istruzione regionale

E la Giunta, che con evidente superficialità aveva ignorato non solo i diritti dei valdesi, ma aveva di fatto ignorato anche l’autonomia scolastica, ha fatto marcia indietro. Le voci di protesta hanno infatti avuto il loro effetto, è arrivata infatti la successiva risposta dell’assessora all’Istruzione Elena Chiorino, che ha voluto ribadire “l’autonomia delle scuole, che ovunque, e pertanto anche nelle valli valdesi, hanno la facoltà di stabilire adattamenti al calendario, in relazione a esigenze derivanti dall’ampliamento del piano dell’offerta formativa e a specifiche esigenze ambientali. Le scuole, quindi, possono definire delle progettualità legate a tradizioni locali o eventi strettamente collegati al proprio territorio adattandone così l’attività scolastica”.

Le indicazioni della Circolare della Giunta regionale sono state vissute nelle scuole delle Valli Valdesi come un attacco alla liberta di pensiero e alla tolleranza, dichiara il dirigente scolastico del Liceo Valdese il professor Marco Fraschia, tuttavia ritengo che quello che è accaduto sia stato principalmente una negazione dell’autonomia delle scuole in generale.

La protesta non si ferma qui, infatti si chiede ora la cancellazione della circolare regionale, che ha fatto vacillare valori come libertà, tolleranza, pace.