Politica scolastica

Calendario scolastico, punto di partenza per una nuova politica sulla scuola?

Quello a cui stiamo assistendo in queste ore è un coup-de-théatre che potrebbe preludere a ben altre rappresentazioni future.
Alessandro Fusacchia, deputato di +Europa afferma di aver avuto assicurazione dal presidente incaricato Mario Draghi che la scuola sarà una delle priorità del prossimo Governo. Non solo, ma – secondo Fusacchia – Draghi sarebbe anche d’accordo su misure specifiche per prolungare l’attività didattica anche nel mese di giugno e forse persino oltre.
In attesa di sentire dalla viva voce di Mario Draghi o del prossimo Ministro cosa davvero il Governo abbia intenzione di fare per la scuola ci limitiamo a prendere atto che per ora non ci sono prese di posizione forti sull’ipotesi di modifica del calendario scolastico.
E’ curioso constatare che qualche tempo fa quando la ministra Lucia Azzolina parlò di questa eventualità si scatenò immediatamente la protesta generale.
La Ministra non aveva neppure terminato la frase che movimenti e sindacati si pronunciarono subito contro ogni ipotesi di fare lezione anche a giugno.
Ad Azzolina non venne neppure dato il tempo di spiegare la sua idea che in realtà era quella di proseguire sì con le lezioni ma solo in quelle realtà dove davvero ce ne fosse stata la necessità, escludendo peraltro gli studenti coinvolti negli esami di Stato. Peraltro la Ministra aveva anche in mente di ottenere un po’ di soldi dal MEF (250 milioni) da assegnare alle scuole per l’attivazione di corsi di recupero.

In pratica venne stoppata in men che non si dica.
Adesso – sempre stando ad Alessandro Fusacchia – Draghi vorrebbe modificare il calendario scolastico, accogliendo forse la proposta del Gruppo Condorcet e del direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto.
Il fatto che questa notizia, almeno per ora, non abbia suscitato proteste rientra perfettamente nella logica delle cose: è ormai risaputo che i Governi tecnici riescono a far “digerire” alle parti sociali provvedimenti che nessun altro si sognerebbe mai.
Ma questo potrebbe avere conseguenze importanti per il mondo della scuola: su tante altre questioni il prossimo Governo potrebbe andare avanti con misure impopolari.
Ne citiamo alcune: ruolo e funzione dell’Invalsi potrebbero essere rivalutati in modo da consentire di adeguare l’Italia agli standard europei, l’alternanza scuola-lavoro potrebbe diventare un pezzo determinante del percorso formativo degli studenti soprattutto nei tecnici e nei professionali, i concorsi potrebbero diventare decisivi per ogni forma di reclutamento del personale docente.
Ma soprattutto per i contratti pubblici non ci sarebbero risorse aggiuntive come chiedono invece i sindacati, per cui per gli stipendi europei si dovrebbe aspettare ancora un bel po’ di tempo.

Guarda il video con la dichiarazione di Alessandro Fusacchia

Reginaldo Palermo

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