Il calendario scolastico andrebbe modificato per far fronte al deficit degli apprendimenti accumulato per via dell’uso prolungato della DaD? Ipotizzare la scuola d’estate è corretto e fattibile? Ne parliamo nella diretta di Tecnica della Scuola Live del 2 febbraio alle 15:30, insieme a: Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuola; Mauro Piras, docente di storia e filosofia, Gruppo Condorcet; Andrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli. Conduce Reginaldo Palermo, vice direttore della Tecnica della scuola.
Per il gruppo Condorcet, la questione della revisione del calendario scolastico non è nuova: ne parlavano già nella primavera scorsa all’epoca del primo lockdown.
Ma a settembre il tema è tornato alla ribalta per diventare ancora più rilevante subito dopo, in concomitanza con la nuova chiusura delle scuole secondarie di secondo grado, quando è circolata l’ipotesi della scuola d’estate.
Bisogna sgomberare però il campo da un equivoco: non si tratta soltanto di prolungare le lezioni di qualche settimana nel mese di giugno per recuperare l’eventuale tempo perso.
L’idea è un po’ più complessa e non riguarda solamente la situazione legata all’emergenza perché secondo Condorcet è necessario ripensare al calendario scolastico in modo da consentire di distribuire in modo più razionale le pause nel corso dell’anno.
Sul problema è intervenuto di recente anche il direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto che senza mezzi termini ha però sottolineato che in ogni caso è necessario fare l’impossibile per evitare che la pandemia provochi una perdita di conoscenze ma anche di cittadinanza da parte dei giovani.
Per raggiungere l’obiettivo potrebbe dunque essere necessario anche prolungare la scuola anche a luglio ed eventualmente ad agosto.
Ipotesi che, secondo i sindacati, non sarebbe affatto priva di difficoltà non solo di natura contrattuale.
La segretaria della Cisl Scuola Maddalena Gissi ricorda anche che in realtà pur con scuole chiuse l’attività didattica è proseguita comunque con una certa regolarità.
C’è anzi chi sostiene che non si capisce davvero cosa ci sia da recuperare.
Andrea Gavosto però cita il caso dei Paesi Bassi dove sono state svolte indagini accurate che hanno messo in evidenza che il primo lockdown ha effettivamente provocato perdita di apprendimenti soprattutto nei ragazzi appartenenti alle fasce sociali più disagiate.
Ecco perché Condorcet ritiene che sia necessario prolungare le attività didattiche, per tutti, fino alla fine di giugno.
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