E’ stata chiamata call veloce e avrebbe dovuto risolvere il problema delle migliaia di cattedre scoperte nelle regioni del nord.
La nuova procedura è prevista dal decreto legge 126 del 2019 ed è regolamentata secondo le disposizioni del decreto ministeriale 25 dell’8 giugno 2020.
Il meccanismo è piuttosto semplice e prevede la possibilità per i docenti inseriti nelle graduatorie utili per l’immissione in ruolo di presentare istanza in territori diversi da quelli di pertinenza delle medesime graduatorie.
L’idea del Governo era, ed è, quella di offrire un maggior ventaglio di opportunità ai docenti iscritti nelle graduatorie, ma purtroppo il risultato è nono solo deludente completamente negativo.
In Lombardia sono arrivati da fuori regione una sessantina di docenti, dalla Puglia sono usciti meno di 100 insegnanti, in Piemonte è stato coperto il 2,5% dei posti grazie alla call veloce, nel Lazio, a fronte di 5mila posti, sono arrivate 3 (tre) domande.
Per l’operazione call veloce non si può che parlare di una vera e propria Waterloo.
Il fatto è che entrare in ruolo in una regione diversa dalla propria è complicato e costoso soprattutto se si considera che con le nuove regole si deve rimanere nella stessa sede per 5 anni, senza possibilità di essere trasferiti.
L’opposizione parla di clamoroso fallimento.
Maria Stella Gelmini di Forza Italia ricorda che “si aspettavano circa 6mila candidature, che si sarebbero trasformate in altrettanti contratti stabili, ne sono state inoltrare appena 2.500 (almeno il triplo sono rimaste nel sistema e non inviate)”.
Valentina Apre (FI) rincara la dose: “I dati parlano di cattedre rimaste vuote fino al 50% e intanto il tempo per determinare gli organici in vista della ripresa delle lezioni è sempre più limitato. Lunedì 7 settembre riaprirà la scuola dell’infanzia in Lombardia e subito dopo tutti gli altri ordini di scuola in molte altre Regioni, ma ad oggi mancano docenti soprattutto al Nord e di materie curricolari come italiano, matematica, fisica, tecnologia”.
“Drammatica poi – prosegue – l’assegnazione dei docenti di sostegno alle scuole che non solo ritarderà rispetto all’inizio delle lezioni, ma avverrà con supplenti non specializzati”
“Forza Italia – conclude Aprea – rilancia l’urgenza, suggerita ormai mesi fa, di prevedere presidi sanitari per la prevenzione e aiuto psicologico ai docenti, ai genitori e agli studenti. Ce ne sarà bisogno”.
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