La crisi delle nascite, come è abbondantemente noto, si sta riversando anche sulle iscrizioni a scuola dove, anno dopo anno, i dirigenti e gli Usr devono fare i salti mortali per formare le classi al fine di non costringere i docenti a lasciare la sede per altri luoghi.
A questo proposito, La Stampa riporta il caso di Alessandria e della sua provincia dove, complici crisi delle nascite e calo degli immigrati, il calo delle iscrizioni “rischia di pesare sia sull’organico sia, in futuro, sulla tenuta dei plessi nei piccoli paesi”.
Secondo i dati diffusi dall’Ufficio scolastico regionale, a quasi conclusione delle iscrizioni, il prossimo settembre, le classi «prime» saranno più vuote in tutti gli ordini di scuola. Alle elementari – 159 scolari, alle medie con un -103 e alle superiori con un -54 unità.
Complessivamente, pubblica La Stampa, il bacino di Alessandria perderà 83 alunni rispetto all’anno prima, considerando anche picchi più importanti nei piccoli comuni.
“È da un paio d’anni che assistiamo a questa tendenza nelle elementari e ora iniziamo a vederne le ripercussioni sugli altri ordini. Paghiamo la scarsa natalità dell’Alessandrino, provincia sempre più anziana, e pure il calo dell’immigrazione che ha rimpolpato per anni le classi”: così esponenti del sindacato scuola che temono perdita di organico e la sparizione di “posti che sono affidati ai precari storici ogni anno e ci saranno docenti di ruolo costretti a dividersi su più scuole per il calo del monte ore”.
L’unica speranza arriva dall’alto “numero di pensionamenti dovuto all’età media degli insegnanti che, probabilmente, ci consentirà – dicono i sindacalisti- di riassorbire una parte del surplus che si creerà”.
E insieme con i posti, c’è pure il rischio che alcuni plessi autonomi, con la soglia minima di 600 alunni, possano scomparire del tutto, coinvolgendo anche il personale Ata.
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