Il Governo sta lavorando sulla ricostruzione delle scuole del dopo sisma 2006, e ha presentato, nella mattinata dell’1 giugno, il programma straordinario di adeguamento e ricostruzione relativo alle 450 scuole danneggiate dal terremoto del centro Italia, che ha messo in ginocchio Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche. Delle 450, 227 scuole saranno ricostruite da zero, secondo le linee guida del ministero e la cornice progettuale realizzata dal gruppo di architetti di alto profilo scelto dal Mi, da Renzo Piano Stefano Boeri.
All’incontro presente anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“Un grandissimo giorno questo, io porto le stigmate della ricostruzione delle scuole dell’Emilia Romagna – esordisce il ministro Bianchi – noi abbiamo avuto un terremoto e come tutti noi, sono andato sul posto e ho visto cosa vuol dire quando la scuola non c’è. Trovarsi di colpo con la scuola che non c’è più, lascia un vuoto incolmabile, un vuoto di comunità – dichiara il ministro – perché è la scuola che dà il ritmo alla comunità e alle famiglie”.
“Un lavoro straordinario, quello che è stato fatto. Da dove siamo partiti? Si è partiti dall’idea che questo non è il lavoro di una amministrazione ma l’unione di più amministrazioni, nel segno di un interesse pubblico, che ha mostrato compattezza e responsabilità”.
E torna sul tema delle scuole aperte: “La scuola è il centro della comunità e quindi deve essere aperta a tutta la comunità, non solo per la continuità didattica, ma per tutto il territorio. Ma bisogna ripensare la scuola anche in quei territori dove le comunità stanno cambiando”.
“Stiamo vivendo un inverno demografico – continua Patrizio Bianchi – tra il ’31 e il ’32 avremo più di un milione di bambini in meno, ma fare classi sempre più piccole non ha senso, i bambini in classi troppo piccole non si ritrovano. Si colga l’occasione di questo intervento guidato dal commissario per ripensare l’organizzazione scolastica. La scuola superi l’inverno demografico con forme che non siano deroghe. No alle deroghe del passato, sì a un modello nuovo adeguato alla nostra epoca. Ma la scuola comincia a 0 anni, perché le differenze iniziano lì”.
“Il mio invito è usare questo piano straordinario per capire cosa vuol dire scuola nel nostro Paese. Si tratta di un Paese con una alta dispersione scolastica e che per questo deve rivedere il senso di scuola nella nostra comunità”.
“Celerità degli interventi e sicurezza, questi gli obiettivi del programma. Tutte le scuole saranno adeguate sul fronte antisismico, con il massimo della sicurezza possibile, nell’equilibrio tra la tutela dei beni culturali (ubicati nei borghi) vincolati dalla sovraintendenza e il massimo della sicurezza possibile: per garantire tutto questo è stato necessario contemperare esigenze diverse, ma garantendo la sicurezza delle scuole, raggiungendo un minimo dell’80% di adeguamento sismico. Vorremmo che queste scuole siano sicure e accoglienti”. Così Giovanni Legnini, responsabile della struttura commissariale per la ricostruzione 2016.
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