Dal 2008 ad oggi il calo demografico procede inarrestabile sull’intero territorio nazionale: in 10 anni le nascite sono diminuite di 120mila unità: un numero importante, corrispondente a circa 6mila classi e 12mila insegnanti.
In termini percentuali si parla di una perdita secca ben superiore al 20%.
I dati dell’Istat
I numeri sono facilmente ricavabili dai dati ufficiali dell’Istat.
Le due aree geografiche in cui il calo non arriva al 20% sono il sud dove ci si attesta intorno al 17% e le isole dove si registra una perdita del 19%.
Il calo più pesante è nelle regioni del centro (-24%) mentre nel nord-ovest e nel nord-est il calo è del 21,5%.
Classi pollaio: saranno cancellate grazie al calo di alunni?
Il fenomeno è talmente importante che è emerso persino nella discussione in corso presso la Commissione Cultura della Camera sul disegno di legge sulle “classi pollaio” a firma dell’onorevole Lucia Azzolina e altri deputati del M5S.
La stessa relatrice di maggioranza, Vittoria Casa, ha ammesso che prima di prendere delle decisioni è indispensabile conoscere bene le dinamiche demografiche dei prossimi anni.
Esaminando i numeri con maggior cura si scopre che il fenomeno si è acuito soprattutto negli ultimi anni: a partire dal 2012 e fino al 2017 il calo è di 80mila unità a livello nazionale e coinvolge pesantemente tutte le aree geografiche: nord-ovest (-15,5%), nord-est (-15,4%), centro (-18,9%), sud (-10.5%) e isole (-12,1%).
Fare in fretta, i dati sono allarmanti
Poco meno di un anno fa la Fondazione Agnelli pubblicava un ampio rapporto sull’argomento -e ipotizzava un calo di un milione di alunni 55mila classi.
Ma, nonostante la gravità della situazione, le riflessioni sulla questione sono davvero scarse sia in campo politico sia in ambito sindacale.
Il rischio è che si incomincerà ad occuparsene seriamente quando non ci saranno più soluzioni, come peraltro spesso accade nel nostro mondo scolastico.