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Cambia la geografia dell’Italia

E pensare che ci sono scuole che hanno dovuto rastrellare i modesti avanzi degli anni precedenti per consentire agli alunni di avere davanti agli occhi carte geografiche aggiornate dell’Italia.
Per fortuna che quasi sempre si tratta di carte “double face”, Italia fisica da un lato e politico-amministrativa dall’altro. Un lato almeno potrà essere utilizzato ancora: Alpi ed Appennini, Tevere e Arno, isola d’Elba e golfo di Napoli continueranno certamente ad esistere per migliaia di anni.
Ma fra un anno al massimo, l’altro lato della carta sarà del tutto inutilizzabile; non solo, ma non si potranno usare neppure gli atlanti degli anni ’50 o ’60 perché il Governo ha deciso di eliminare non solamente le province di più recente istituzione ma anche quelle che in qualche modo hanno fatto la storia della nazione.
Al nord, per esempio, Parma e Piacenza saranno accorpate, così come Modena e Reggio Emilia; per non parlare delle province della Romagna che da 3 (Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) diventeranno una sola.
La decisione è stata presa nella mattinata del 31 ottobre dal Consiglio dei Ministri che ha approvato un apposito decreto legge con cui vengono di fatto cancellate 35 province delle regioni a statuto ordinario (per le altre il Governo ha preso altri 6 mesi tempo).
Modifiche sostanziose riguardano non solo l’Emilia-Romagna ma anche la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, la Toscana, l’Umbria e il Lazio.
In Lombardia, per esempio, sparisce la provincia di Monza-Brianza che torna a fare parte di quella di Milano; ma sparisce anche una provincia storica come Cremona, accorpata a Mantova; nella zona dei laghi Varese, Como e Lecco faranno provincia unica.
In Toscana sparisce Pisa, già repubblica autonoma in epoca medievale, che farà provincia unica con Massa-Carrara, Lucca e Livorno.
L’Umbria, il Molise e la Basilicata avranno una provincia sola, mentre nel Lazio le province passeranno da 5 a 3: resterà Roma, ma Rieti sarà abbinata a Viterbo e Frosinone a Latina.
Non si salva neppure il Piemonte dove si tornerà indietro persino rispetto alle 6 “vecchie” province di un paio di decenni fa: restano Torino, Cuneo, Vercelli e Novara , ma Asti verrà unificata con Alessandria.
Insomma una vera rivoluzione che imporrà agli studenti di tutta Italia di rimettersi a studiare la geografia del nostro Paese e di mettere nella cartella un atlante aggiornato.

Reginaldo Palermo

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