E’ contenuto in poco più di 20 pagine il resoconto dettagliato di quanto e come gli Enti Locali di tutta Italia hanno speso per la scuola durante l’anno 2000.
Il rapporto, curato dal Servizio statistico del Ministero dell’Istruzione, fornisce dati interessanti anche se non del tutto inattesi.
Vediamo intanto il dato relativo alla spesa complessiva: nell’anno 2000 dalle casse di amministrazioni comunali e provinciali è uscita la ragguardevole cifra di
15.300 miliardi di vecchie lire (11.500 miliardi è stata la spesa dei Comuni, 3.500 quella delle province), nettamente inferiore però a quella del 1999 (i Comuni hanno speso il 10% in meno, le province il 14%).
Ma in realtà il risparmio degli enti locali è stato ampiamente controbilanciato da un aumento di spesa per lo Stato: la variazione è dovuta infatti quasi del tutto agli effetti dell’art. 8 della legge n. 124/1999, in applicazione della quale, dal 2000 tutto il personale scolastico in servizio presso gli istituti statali è passato alle dirette dipendenze dello Stato.
Gli effetto della legge sono nettamente visibile nel settore dell’ istruzione elementare: la spesa complessiva destinata a quest’ordine di scuola ha subito infatti, tra il 1999 e il 2000, un decremento complessivo del 31% , con una punta massima dell’ 83% concernente proprio le spese di personale.
In compenso sono aumentate, non solo in termini percentuali ma anche in valore assoluto, le spese destinate agli investimenti.
Ma, a conti fatti, quanto spendono Comuni e Province per ciascuno studente?
Il dato, come era facile prevedere, cambia molto da regione a regione e si attesta sul valore medio nazionale di circa 1.300.000 lire: si va da importi vicini ai 2milioni per l’Emilia-Romagna (2.100.000 lire) e per la Lombardia (1.953.000) fino alle 700.000 lire della Puglia e della Calabria.
Per gli investimenti in beni capitale (edilizia e altre infrastrutture) la spesa media nazionale è stata di poco inferiore alle 500mila lire, ma anche in questo caso si passa dal 1.365.000 lire del Friuli alle 320.000 lire della Sardegna e alle 197.000 della Puglia.
Complessivamente, comunque, le spese dei Comuni si concentrano soprattutto sull’assistenza scolastica (il 35% delle risorse spese sono state destinate a questa voce), sulla scuola materna (24%), sulle elementari (25%); il rimanente 16% è stato destinato alla scuola media (12,5%) e alla secondaria superiore (3,5%).