Ordinamento

Cambia l’Istruzione Professionale: da settembre più laboratori, nuovi indirizzi e sempre meno Tecnici

È arrivato il via libera, in Conferenza Stato-Regioni, all’intesa al Regolamento attuativo per il riordino dell’Istruzione professionale: si tratta di un altro pezzetto di Buona Scuola, che attraverso il decreto legislativo 61 del 2017, ha introdotto diverse novità, tra cui la presa di distanza dai Tecnici.

I nuovi percorsi

I percorsi saranno di 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi passeranno da 6 a 11: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalità alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanità e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico.

Ogni scuola potrà declinare questi indirizzi in base alle richieste e alle peculiarità del territorio, coerentemente con le priorità indicate dalle Regioni. Il riordino punta ad una sempre maggiore personalizzazione degli apprendimenti in modo tale che le studentesse e gli studenti, attraverso un progetto formativo individuale, possano sviluppare e acquisire competenze che li aiutino nell’accesso del mondo del lavoro. Nel biennio vengono inseriti gli assi culturali, ovvero aggregazioni di insegnamenti omogenei che forniscono competenze chiave di cittadinanza alle giovani e ai giovani.

Le quote di autonomia degli istituti per rafforzare i laboratori

Le scuole potranno utilizzare le loro quote di autonomia, in relazione all’orario complessivo, per rafforzare i laboratori e qualificare la loro offerta in modo flessibile.

Per una informazione preliminare alle istituzioni scolastiche e alle famiglie in merito alle novità previste, in vista delle imminenti iscrizioni, il Ministero ha predisposto una circolare inviata a tutte le scuole con i punti principali del Regolamento approvato oggi. Il Ministero ha già avviato gli incontri informativi con gli Uffici scolastici regionali (USR) e stanziato oltre 1 milione di euro per l’accompagnamento della riforma: sono previsti, nei prossimi mesi, ulteriori incontri con gli USR e apposite conferenze di servizio con i dirigenti scolastici.

Fedeli: serviva ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali

“La revisione dell’Istruzione professionale ha l’obiettivo di dare una chiara identità a questi istituti, innovando e rendendo più flessibile la loro offerta formativa, superando l’attuale sovrapposizione con l’Istruzione tecnica che ha causato, in passato, la perdita di iscrizioni, e mettendo ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali”, ha detto la ministra Valeria Fedeli.

“Rilanceremo i laboratori, stanziando anche apposite risorse PON per rinnovarli, e sarà potenziato l’organico del personale docente, con quasi 48 milioni stanziati per l’anno scolastico 2018/2019 e ulteriori finanziamenti a regime. Possiamo davvero scrivere una nuova e importante pagina per queste scuole che possono e devono avere un ruolo centrale nel rilancio economico del Paese e che possono essere davvero laboratori territoriali di innovazione. Nelle prossime settimane, anche in vista delle iscrizioni, accompagneremo scuole e famiglie, informandole sul nuovo sistema e sulle sue opportunità”.

“Il rilancio dei professionali è un tassello decisivo della riforma varata nel 2015. Si tratta di novità attese per dare una risposta qualitativamente alta a chi oggi decide di intraprendere questo percorso di studi; lavoreremo rapidamente per fare in modo che tutto sia pronto per il prossimo anno scolastico: a settembre 2018 è previsto il debutto dei nuovi percorsi”, ha aggiunto il sottosegretario Vito De Filippo.

Ricordiamo, infine, che uno degli intenti dell’attuale revisione degli istituti statali professionali è quello di creare un piano formativo unito con le scuole regionali, i cosiddetti Cfp gestiti in alto numero da enti religiosi.

Alessandro Giuliani

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