L’atmosfera è sempre più ingombra di gas serra, a renderlo noto le ultime analisi quantitative condotte e gli effetti circa l’aumento medio della temperatura a livello globale. PM2,6, 5, 10, pulviscolo, nitrati, nichel, arsenico aeriforme ed altri componenti si accumulano nei grandi centri urbani ed in quelle aree orografiche vallive e pianeggianti, specie in assenza di precipitazioni (vedasi il caso recente padano per il quale le precipitazioni di alcuni giorni sono consistite in polveri metalliche volatili divenute poi pesanti e dense).
Gli effetti sulla salute, specie sul sistema respiratorio, divengono a lungo andare devastanti e danno luogo anche a patologie neoplastiche (tumori) affini al cancro; alcune ricerche statunitensi hanno inoltre evidenziato un calo del quoziente intellettivo per esposizione prolungata alle particelle inquinanti aeriformi – si parla naturalmente di anni – che potrebbe interessare i giovani. Le scuole, per motivi prettamente logistici, sorgono in aree ad elevata densità urbana ove il relativo metabolismo dà luogo a traffico, ingorghi e simili. Purtroppo tale elemento caratterizzante interesserebbe, secondo una recente ricerca, anche gli edifici di nuova progettazione e realizzazione.
Ogni nuova scuola in Inghilterra viene costruita in un’area con livelli di inquinamento atmosferico non sicuri, secondo un rapporto schiacciante che afferma che migliaia di studenti sperimenteranno una qualità dell’aria ” scarsa ed allarmante”. I bambini sono particolarmente vulnerabili agli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico perché i loro corpi, organi e sistema immunitario sono ancora in via di sviluppo. Un’analisi ha rilevato che quasi nove su 10 nuovi siti scolastici pianificati superano i tre livelli massimi di allerta dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sui principali inquinanti atmosferici.
E ognuna delle scuole viola almeno una delle linee guida ivi definite. Lo studio, pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood, sostiene che migliaia di bambini che si iscrivono nelle nuove scuole affrontano una grave minaccia per la loro salute a causa della loro maggiore suscettibilità agli effetti dell’inquinamento atmosferico. Le linee guida globali sulla qualità dell’aria (AQG) dell’OMS stabiliscono obiettivi numerici per l’esposizione annuale ai principali inquinanti, tra cui il particolato piccolo (PM2,5, PM10) e il biossido di azoto (NO2).
I ricercatori hanno identificato 187 nuove scuole da realizzare tra il 2017 e il 2025 in Inghilterra e sono stati acquisiti e definiti i siti per 147 di questi istituti. Hanno valutato la qualità dell’aria in quei siti rispetto agli obiettivi di qualità dell’aria dell’OMS per PM2,5, PM10 e NO2, nonché rispetto ai livelli di inquinamento in tutto il Regno Unito. L’analisi ha rilevato che l’86% (126 su 147) dei siti ha superato tutti e tre i livelli di allarme definiti dall’OMS e ogni sede scolastica ne ha superato almeno uno. Lo studio ha rilevato che i valori medi di PM2,5 in tutti i siti erano più del doppio di quelli raccomandati dall’OMS. Il problema è anche – e soprattutto – europeo.
L’EEA e la Rete europea dei capi delle agenzie di protezione ambientale (EPA) hanno organizzato CleanAir@School, un’iniziativa scientifica condotta dai cittadini per monitorare la qualità dell’aria. Dal 2018 al 2020, alunni, insegnanti e genitori coinvolti nel progetto hanno utilizzato dispositivi semplici ed economici per misurare i livelli di biossido di azoto (NO2) nelle loro scuole. L’NO2 è uno dei principali inquinanti atmosferici che nuocciono alla salute umana in Europa. La sua fonte principale è il trasporto stradale e rappresenta quindi un problema soprattutto nelle aree urbane. Al momento i dati ottenuti risultano archiviati in un database per i rispettivi allestimento ed elaborazione.
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