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Cambiano i programmi di geografia, scienze e fisica: più spazio all’ambiente. A gennaio i corsi di formazione dei prof

Per prima l’Italia introduce a scuola i temi della sostenibilità ambientale, dello sviluppo sostenibile, della biodiversità, di Agenda 2030 e lo fa rimodulando l’educazione civica che da settembre torna ad essere un insegnamento obbligatorio con il voto in pagella e 33 ore di lezione l’anno in tutti i cicli scolastici.

“Quella relativa alle lezioni sull’ambiente è una grande occasione – ha detto il 12 novembre il ministro parlando alla Stampa Estera – Si tratta di 33 ore l’anno obbligatorie con tanto di voto finale e riguarderanno le primarie, le medie e le superiori”.

Stanziati 10 milioni per formare i docenti

Per la formazione dei docenti il ministero vuole aumentare le risorse portandole a 10 milioni. “A gennaio e febbraio partiranno i corsi di formazione dei docenti perché le lezioni inizieranno già dal prossimo anno scolastico, a settembre 2020″.

“E’ la prima volta al mondo che il tema dello sviluppo sostenibile diviene centrale nella scuola”, ha sottolineato il ministro aggiungendo che questo è solo il primo step: le materie scolastiche andranno riviste per introdurre trasversalmente il tema dello sviluppo sostenibile”, ha sottolineato il ministro.

“Anche le altre materie saranno modificate in quest’ottica: geografia, scienze, fisica si avvicineranno sempre più alla sostenibilità e saranno legate tra loro”, ha chiarito.

I contenuti da aggiungere

Nel programma dell’educazione civica entreranno anche la Costituzione italiana, l’Unione europea, gli organismi internazionali, gli elementi fondamentali di diritto con particolare riferimento al diritto del lavoro, l’educazione alla legalità, la cittadinanza digitale anche per valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti, così da porre un freno al fenomeno delle fake news, il rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni.

Spazio anche all’educazione stradale, all’educazione alla salute e al benessere, all’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.

La legge che ha introdotto l’educazione civica a scuola è entrata in vigore il 5 settembre scorso; il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, chiamato a pronunciarsi sulla proposta di avviare una sperimentazione nazionale già da questo anno scolastico, ha espresso parere negativo. Il ministero ha istituito un Comitato tecnico scientifico per la redazione delle Linee guida previste dalla legge, svolgendo un’attività di consultazione degli stakeholders.

Niente ore in più

In ogni caso, è bene ricordare che il decreto scuola n. 126, se non verrà modificato in Parlamento, mette un punto fermo su un aspetto che la legge 92 non aveva chiarito fino in fondo.

Il decreto dedica alla questione un apposito articolo (il n.7) che così recita: “L’intervento previsto non determina un incremento della dotazione organica complessiva e non determina l’adeguamento dell’organico dell’autonomia alle situazioni”.

Questo significa che la disciplina dell’educazione civica, realizzandosi senza organico aggiuntivo, verrà inglobata in altre materie, confermando di fatto l’impianto normativo approvato dal precedente Governo.

Grande domanda

È l’insegnamento dello sviluppo sostenibile in senso lato che sta a cuore al ministro. “Nella società e tra i giovani c’è una grande domanda di questi temi. Certo, diventa velleitario parlarne se poi gli edifici scolastici sono fatiscenti”, ha fatto notare il ministro.

Per affrontare il tema dell’edilizia scolastica, mercoledì 13 novembre Fioramonti sarà presente all’incontro della Commissione istruzione Anci, presieduta dalla vicesindaca di Firenze Cristina Giachi.

Alessandro Giuliani

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