Secondo il pedagogista Daniele Novara “Cambiare la scuola si può”, e a costo zero, ma solo se gli insegnanti usino la loro libertà di insegnamento nel modo giusto, costruendo una vera conoscenza, un vero apprendimento nei loro alunni, diventando “registi” e i loro allievi protagonisti.
Gli insegnanti, secondo il pedagogista, sono la grande risorsa della scuola; in ogni posto del mondo la qualità scolastica è fatta dagli insegnanti, ma un insegnante che non ha una qualificazione pedagogica rischia di essere un problema per sé e per gli altri.
Troppo ingessata e vecchia (l’intervallo nei banchi, le note, la campanella, i compiti a casa e specialmente questo vuoto enorme della lezione frontale, quest’idea piuttosto sbagliata per cui si impara attraverso l’ascolto), l’apprendimento è un fatto concreto, riguarda la partecipazione, il coinvolgimento, mentre altra cosa importante è che si impara sbagliando, e quindi è inutile incalzare i bambini perché sbagliano, più sbagliano, più imparano, quindi bisogna valutare i loro progressi, consentire loro di fare tutti gli errori possibili.
La famosa risposta esatta, dice Novara, è un po’ la “fossa delle Marianne della scuola tradizionale, bisogna avere delle buone informazioni per affrontare i problemi reali. Non c’è nessuna possibilità di far coincidere l’apprendimento con le risposte esatte, ma proprio nessuna”.
Sì quindi a una migliore organizzazione degli spazi, sia esterni, che dei banchi in classe, per favorire il lavoro di gruppo, come chiedeva Maria Montessori. Cambiare la scuola si può”, ma ci vuole coraggio.
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