Parlando dello sciopero europeo, Camilleri ha aggiunto, riferendosi ai cittadini: “Se leviamo loro, oltre al lavoro, anche la possibilità dello studio voglio sapere dove andiamo a finire”. Lo scrittore ha fatto anche notare che nelle manifestazioni del 14 “una volta tanto, non c’erano gli studenti da una parte e i professori dall’altra”. “Oggi tutto quello che è l’insegnamento è in crisi e personalmente, per quello che può contare, sono contrario soprattutto ai tagli alla cultura e all’insegnamento”.
Ma lo scrittore siciliano ha pure bacchettato il premier Monti: “Stop a parole spread e spending review”. Ed esaminando lo ‘stato di salute della lingua italiana’, ha detto che che “non sembra star molto bene” e non si fa niente per curarla. Anzi, persino il premier Mario Monti “parlando di spread e spending review, è il primo a dare il cattivo esempio”.
Ma Camilleri non ha risparmiato frecciate neppure all’Europa e al rischio che corre l’Italia di autosudditanza, tenendo la sua lectio magistralis all’Università ‘Carlo Bo’ di Urbino neo-statalizzata che, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, gli ha conferito la laurea honoris causa in lingue.
Insomma, ha detto Camilleri “La nostra lingua peggiora ogni giorno di più: all’estero è vilipesa, da noi ha una sorta di servitù volontaria in cui si privilegiano le parole inglesi”
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