Sono circa 52mila i posti disponibili quest’anno per le assunzioni di docenti nella scuola pubblica.
Si tratta di cattedre che verranno coperte con contratti a tempo indeterminato, favorendo così la continuità didattica e una maggiore stabilità del personale. Il conteggio è stato reso pubblico dopo che nella serata del 9 maggio è stata raggiunta l’intesa tra Miur e ministero dell’Economia e delle Finanze sull’attuazione della norma inserita in legge di Bilancio, la quale prevede la trasformazione di 15.100 posti dell’organico di fatto, assegnati ogni anno a supplenti, in altrettanti posti dell’organico di diritto da coprire con docenti di ruolo con contratti a tempo indeterminato.
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Dopo la nota del Miur, sono arrivate le prime reazioni critiche da parte delle forze politiche. Come quella di Luca Cangemi, responsabile nazionale scuola del Partito Comunista Italiano: “I numeri delle immissioni in ruolo dei docenti della scuola italiana annunciati dal governo sono sensibilmente inferiori alle stesse promesse della Fedeli, in particolare per ciò che riguarda la trasformazione dei posti di fatto in cattedre di diritto. Sono numeri che non consentono di risolvere i problemi aperti, che non permettono i trasferimenti a cui tanti insegnanti hanno diritto, che prefigurano un inizio del prossimo anno scolastico all’insegna dell’emergenza e della confusione” – ha dichiarato.
“Anche su questa importante questione il governo Gentiloni prosegue stancamente la politica renziana sulla scuola, i cui esiti disastrosi ormai non nega più nessuno. Di ben altro ci sarebbe bisogno: di un grande piano di rafforzamento degli organici che risanasse i tagli selvaggi dell’ultimo decennio e consentisse alla scuola di svolgere la sua decisiva funzione” – ha concluso Cangemi.
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