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Cannabis, lo spaccio a scuola è molto diffuso: Skuola.net scopre che il 33% di studenti vorrebbe legalizzare le droghe leggere, il procuratore Gratteri contrario

Un ragazzo su tre si dice favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere: la proporzione risulta da un’indagine su giovani e droghe condotta da Skuola.net e presentata durante la seconda serata di Sorrento d’Autore, la rassegna culturale organizzata da Vis Factor. Dalla ricerca, che ha interessato un campione di 1.000 studenti delle scuole superiori e delle università italiane, risulta però anche che i giovani risultano “spaccati” su questo tema: un altro terzo si è detto infatti contrario alla legalizzazione delle droghe leggere, mentre il 33% rimanente non si è espresso.

Su tutte le droghe libere i consensi si riducono

Se poi si prende in considerazione l’ipotesi di liberalizzare tutte le droghe, la quota dei favorevoli scende a un giovane ogni cinque, la metà è in disaccordo, e anche in questo caso circa il 30% rimanente preferisce non esprimersi.

Dall’indagine è anche emerso che un giovane su cinque ha provato la cannabis acquistata su una piazza di spaccio, mentre uno su sei ha acquistato un prodotto legale a base di cannabis in uno shop regolarmente autorizzato.

Lo spaccio negli istituti scolastici

Inoltre, sempre dallo studio di Skuola.net risulterebbe che l’attività di spaccio sia molto diffusa nelle scuole: un giovane su sei ne stato testimone diretto, mentre un ragazzo su tre dice di essere conoscenza del fatto che il fenomeno interessa il suo istituto o ateneo, anche se non ne è mai stato testimone.

Di certo, vi sono dei dirigenti scolastici per lo spaccio, dentro o a ridosso degli istituti scolastici, ma anche per l’uso personale della cannabis all’interno della scuola, che nell’arco dell’anno scolastico sono costretti a rivolgersi periodicamente alle forze dell’ordine per chiedere un intervento.

Il procuratore Gratteri spiega perché è contrario

Sono da sempre contrario alla legalizzazione delle droghe. Invito le scuole e gli insegnanti a organizzare una giornata nelle comunità terapeutiche per incontrare i tossici e chiedere a loro se sono favorevoli o meno alla legalizzazione. Bastano due ore così per sostituire convegni, incontri e quant’altro”, ha detto Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro e che tra pochi giorni prenderà posto alla guida della Procura di Napoli.

Intervenendo sempre durante la rassegna Sorrento d’Autore, il magistrato ha detto anche che “i ragazzi detenuti a causa della loro tossicodipendenza devono essere guidati e portati a scegliere una comunità terapeutica per disintossicarsi”.

Gratteri ha quindi detto che farebbe “uscire il maggior numero possibile di detenuti che hanno commesso reati a causa della loro tossicodipendenza portandoli a disintossicarsi: poi due su dieci scappano magari, ma non è un problema perché li riprendiamo. Questo significherebbe far diminuire i reati di strada e risolvere un problema enorme alle famiglie”, ha concluso Gratteri.

Alessandro Giuliani

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