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Canti e celebrazioni natalizie in aula: è polemica

Canti natalizi vietati in un istituto a Bolzano; una scuola elementare di San Gimignano, in provincia di Siena, che rifiuta all’unanimità la visita pastorale di un arcivescovo; la tradizionale rappresentazione della nascita di Gesù, in scuola elementare di Borello in provincia di Cesena, sostituita da una asettica recita sul tema della pace. Sono le ultime vicende di un Natale sempre più contrassegnato da polemiche e contrapposizioni sul tema della democrazia religiosa da salvaguardare nell’ambito dell’integrazione scolastica.
Sulla vicenda intervenuto anche il ministro Fioroni, che ha definito “valore universale” quello del Presepe e del Natale: “Ritengo sbagliato pensare che questo clima di dialogo interreligioso – ha detto il ministro – che si fonda sull’abbattimento delle barriere e sulle capacità dei ragazzi di condividere il bene e il vero, ognuno orgoglioso della propria identità” possa trovare un ostacolo “in qualcuno che pensa che il miglior modo di fare dialogo sia il silenzio assordante dei divieti”. Fioroni, in particolare, ha espresso tutta la sua contrarietà per l’opposizione della scuola elementare di San Gimignano che ha respinto la visita di monsignor Antonio Buoncristiani.
Diversi gli interventi a favore del mantenimento dei riti tradizionali cristiani da mantenere anche a scuola: “trovo profondamente sbagliato vietare a scuola i tradizionali canti natalizi, come si è deciso di fare in un istituto di Bolzano”, ha affermato Angelo Piazza, capogruppo della Rosa nel Pugno in commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati. “Ma altrettanto sbagliato – ha specificato Piazza – è concentrare l’attenzione della scuola pubblica soltanto sulle ricorrenze della religione cattolica. Uno Stato laico la scuola pubblica deve parlare di tutte le culture e le religioni presenti nel Paese. Siamo nel pieno della importante ricorrenza ebraica di Channuckà, in cui si celebra il miracolo dell’olio nel Tempio di Gerusalemme, ed è doveroso – ha concluso Piazza – che la scuola pubblica parli anche di questa festività. Sono per un modello formativo che include e non esclude, per una scuola attenta a tutte le culture religiose e non inchiodata ai simboli di una tradizione sola”.
Largo quindi anche alle altre tradizioni religiose? Non sembrerebbe d’accordo Laura Bianconi, capo gruppo di Forza Italia in commissione Sanità al Senato.”Ho presentato un’interrogazione al ministro Fioroni affinché intervenga nel salvaguardare le nostre tradizioni e la nostra cultura strettamente legata alla storia cristiana e quindi anche alla celebrazione del Natale all’interno delle scuole. Dopo quanto è accaduto anche nella mia regione, l’Emilia Romagna – ha detto Bianconi – ho deciso di approfondire il problema del divieto delle rappresentazioni religiose, che ormai coinvolge numerose scuole italiane”. Nella scuola elementare di Borello in provincia di Cesena, infatti, gli insegnanti hanno ritenuto opportuno evitare la classica rappresentazione di questo periodo, volta a celebrare la nascita di Gesù, preferendo una asettica recita sul tema della pace, sicuramente molto importante ma di scarsa attinenza con l’evento religioso e storico che andiamo a ricordare con il Natale. “Anche in questo caso – prosegue l’esponente azzurra – seguendo la scia di altri istituti, la motivazione adotta è stata quella dell’integrazione e di un migliore coinvolgimento nelle attività degli alunni di fede musulmana, Testimoni di Geova ed Ortodossi: trovo a dir poco sconvolgente che in nome dell’integrazione culturale e religiosa si continuino a calpestare le nostre radici giudaico-cristiane, alle quali la civiltà alla quale apparteniamo attinge i principi fondamentali di libertà e ragione, le nostre tradizioni culturali e filosofiche nonché l’interesse centrale per l’individuo e i suoi bisogni. Mi domando piuttosto – conclude la senatrice Bianconi – se tali divieti, come quello del crocifisso nei locali pubblici, dell’allestimento del Presepe, non vadano, invece, ad incrementare una vera e propria intolleranza nei confronti di questi concittadini che potrebbe sfociare in veri e propri atti di xenofobia”. Ma il Natale non dovrebbe avvicinare anziché dividere?
 
 
Alessandro Giuliani

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