Cantieri nelle scuole: ma non dovevano partire il 1° luglio?

I tanto sbandierati “cantieri” per rendere le scuole belle e sicure stentano a decollare, anzi – a dire il vero – per il momento ne sono stati aperti davvero pochi.
E pensare che – nelle intenzioni del presidente Renzi – i lavori si sarebbero dovuti aprire agli inizi di luglio in modo da poter essere conclusi prima dell’avvio delle lezioni.
I problemi sono molti ma a frenare il progetto è soprattutto la questione finanziaria. I soldi alle scuole per il progetto “scuole belle” o ai Comuni (per le “scuole sicure”) non sono ancora stati accreditati e pare che ci siano interpretazioni diverse su come devono essere calcolati.
Per esempio: se il Comune X ha ottenuto un finanziamento di 100mila euro per realizzare un certo intervento e poi riesce ad appaltarlo ad una ditta che fa il lavoro per 90mila euro, che fine fanno i 10mila euro risparmiati. I sindaci sostengono che la somma deve restare nella disponibilità di ciascun Comune per effettuare altri interventi di edilizia scolastica, mentre dal Miur e dal MEF fanno osservare che l’articolo 18 della legge 69/2013 prevede la restituzione del risparmio alle casse dello Stato.
Ma il problema maggiore è un altro: i finanziamenti verranno erogati sulla base delle fatture emesse dalle ditte esecutrici dei lavori e c’è già chi teme che l’operazione vada per lunghe. C’è poi chi sostiene che scuole e Comuni potrebbero benissimo anticipare la spesa per essere successivamente “rimborsati” dal Miur.
Tecnica particolarmente sconsigliata da molti, compreso chi scrive. E parlo per esperienza diretta: la scuola di cui ero dirigente, fra il 2007 e il 2009,  aveva anticipato diverse decine di migliaia di euro per pagare gli stipendi dei supplenti. Quando nel 2012 mi recai personalmente a Roma per parlare con un altissimo dirigente del Ministero mi sentii rispondere: “Se la vostra scuola è riuscita ad anticipare la somma vuol dire che avevate i soldi in cassa e quindi il Ministero non deve rimborsare un bel nulla”.
Il rischio insomma è più che evidente: non è detto che “anticipando” somme “promesse” dal Miur si riceva il finanziamento previsto. L’unica certezza la si può avere evitando di liquidare le fatture delle ditte prima di aver incassato il contributo ministeriale. Ma le ditte accetteranno di lavorare e di essere pagate chissà quando?
Dal Ministero rassicurano: i fondi alle scuole arriveranno entro fine settembre, ma – scottati dalle sgradevoli esperienze degli anni passati – dirigenti scolastici e Dsga si fidano poco. E forse hanno più di una ragione.

Reginaldo Palermo

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