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Cantone e Gratteri diventano insegnanti, il CsM dice “sì”: la lezione sui docenti impoveriti guardati come sfigati

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Il Consiglio superiore della Magistratura ha detto “sì” agli incarichi di docenza per i procuratori di Perugia Raffaele Cantone e di Catanzaro Nicola Gratteri.

In particolare, il CsM ha autorizzato Cantone a tenere per conto dell’Università di Perugia lezioni accademiche sull’abuso d’ufficio tra prevenzione e repressione.

Il plenum ha invece dato il via libera a Gratteri per trattare i temi della prevenzione e del contrasto al crimine organizzato attraverso dei seminari che terrà per incarico del ministero dell’Interno alla scuola di Alta formazione di Caserta.

Grattieri e il “popolo ignorante”

Circa un anno fa Nicola Gratteri, procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, intervenuto ad un evento a Vibo Valentia, disse che “negli ultimi 40 anni i governi non hanno voluto investire nel campo dell’istruzione perché un popolo ignorante, che ride di fronte alle barzellette, è più malleabile rispetto ad uno istruito”.

Inoltre, ha continuato il procuratore, “gli insegnanti sono divenuti sempre più poveri e il fattore economico è importante in una società consumistica e a volte un ragazzo è portato a guardare più al cafone con i soldi che all’insegnante sfigato”.

Qualche settimana dopo, sempre Gratteri disse che a seguito della pandemia “avremo una generazione di giovani rovinati dopo un anno e mezzo di lockdown e questo vuol dire avere giovani che non sono competitivi con i giovani degli altri Paesi europei”.

Cantone: perfino a scuola c’è venerazione per i camorristi

Anche il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, qualche tempo fa, parlando ad Ostia dei “problemi di illegalità” disse che “c’è un’altra parte di Ostia. Noi siamo convinti che per poter ripartire in realtà difficili, bisogna partire dalle scuole”.

“Io – continuò Cantone – vengo da una realtà molto più difficile, la provincia di Napoli, dove la presenza delle mafie è molto forte, dove perfino nelle scuole si sente una sorta di venerazione nei confronti dei camorristi, presi quasi da esempio”.

Poi sottolineò che “parlare nelle scuole” è importante perché si coinvolgono “i giovani: la vera lotta alla criminalità è la consapevolezza”.