Forse il titolo del noto film non rende bene l’idea, dal momento che di “caos” ce n’è davvero tanto, di “calmo” nulla, nemmeno il MIUR, i cui rappresentanti sono quotidianamente impegnati sbracciarsi per sottolineare la “bontà” della loro cosiddetta riforma.
Impazzano i commenti sui social, non diminuiscono perplessità, preoccupazioni e indignazione per un progetto, quello dell’attuale Governo, che piace veramente a pochi. Molti i docenti che non presenteranno la domanda in scadenza, molti altri la presenteranno a malincuore, preoccupati gli uni e gli altri delle conseguenze che qualsiasi scelta comporta. Il Ministro Giannini, intanto, si dichiara tiepidamente soddisfatta dell’adesione, con un’incoscienza che lascia sgomenti. La natura delle sue affermazioni, del resto, conferma l’opinione ormai consolidata di una Casta, quella dei politici, anni luce distante dalla realtà della vita dei propri concittadini. Costretti a scegliere se bere o affogare, infatti, migliaia di docenti si stanno prestando ad una sorta di roulette russa, dagli esiti imponderabili.
E’ vero, lo spauracchio della disoccupazione alimenta questa carneficina, ma il rovescio della medaglia è che, dopo aver contrastato un disegno di legge in cui si prevede che una parte dei docenti farà da tappa buchi, attraverso l’organico del potenziamento, un numero considerevole di precari si vede costretto a sottoscrivere la parte peggiore della legge ormai approvata. Questo aspetto, già drammatico, si colora di tinte cupe se si pensa ad altri dati non meno gravi: l’età media dei precari italiani è di quaranta anni, persone che a fatica già conducono vite al limite della sopravvivenza grazie alla condizione di precari alla quale sono state costrette per anni e agli stipendi da fame.
Oltre il 70% del corpo docente è composto da donne, madri, mogli, figlie, che grazie alla rete di solidarietà familiare hanno potuto mantenere una vita decorosa, malgrado la disattenzione disarmante e non commentabile dei Governi che si sono negli anni succeduti. Adesso, grazie al piano straordinario di assunzioni, forse intravedono una prospettiva di lavoro, non nell’immediato. Ma questo, e le docenti e i docenti italiani lo sanno, avrà un costo sociale molto alto, sul quale, per brevità, non mi voglio soffermare ma che è implicito nel quadro appena tracciato.
In soccorso del Ministro, comunque, interviene il Sottosegretario Faraone che, per calmare animi e dissipare preoccupazioni, prospetta stratagemmi per non doversi spostare dalla propria sede… come a dire “fatta la legge trovato l’inganno”! Ma bravo Onorevole, che ha tanto a cuore il futuro dei docenti italiani, della scuola e soprattutto la continuità didattica! Una dettagliata spiegazione di come poter fare a sopravvivere alla riforma, infatti, primeggia nella sua pagina, insieme ad altre strabilianti ricadute della sua “Buona scuola”, tra le quale, anche se esula dal nostro discorso, vale la pena di citare il filone dell’edilizia scolastica che, secondo l’autorevole Sottosegretario, potrà proseguire fino al marzo 2016 occupandosi “dell’abbellimento e della piccola manutenzione degli edifici”. Qualche cuscino colorato, un po’ di fiori nelle nostre scuole, quelle che cadono a pezzi, che non hanno a norma nulla, non hanno sedie decenti, non hanno connessioni Internet, non hanno materiali di consumo, biblioteche, ecc. del resto, non guasterebbero!
Per concludere la nostra carrellata di assurde affermazioni e rassicurazioni, vogliamo solo ricordare che la riforma della scuola è appena partita e già porta con sé proteste, scontri tra precari, polemiche, rivendicazioni di parte e accuse, insomma un caos tutt’altro che calmo.
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