Categorie: Attualità

Caos mobilità: grave affermazione del giornalista Rondolino

l problema degli errori sulla mobilità, generato, secondo i sindacati e le persone di buon senso, da un difetto di algoritmo, sta diventando un caso sociale.

Dopo le proteste di molti insegnanti, in particolar modo di insegnanti meridionali che contestano i tanti errori riscontrati sui trasferimenti delle fasi B, C e D della mobilità della scuola primaria e secondaria di primo grado, si sono registrati dei tafferugli in piazza Plebiscito a Napoli tra insegnanti e forze dell’ordine.

Adesso a buttare benzina sul fuoco, con un sarcasmo fuori posto ed al limite dell’offensivo, arriva un tweet del giornalista Fabrizio Rondolino.

Cosa “cinguetta” il giornalista? Prendendo di mira la categoria dei docenti meridionali scrive: “Se gli insegnanti del Sud che urlano in tv conoscessero l’Italiano, almeno capiremmo che vogliono“. Questo giornalista che scrive per l’Unità, giornale di riferimento del Partito Democratico, non è nuovo a sortite contro gli insegnanti della scuola pubblica ed in particolare a quelli del Sud Italia. Infatti Rondolino, quando nel giugno 2015 i docenti contestavano e manifestavano contro la legge sulla Buona Scuola, se ne “uscì” con un altro tweet carico di astio contro gli insegnanti: “ Perché la polizia non li riempe di botte?”, scrisse in quell’occasione.

Pare che il giornalista, prima vicino a Massimo D’Alema e oggi vicino al premier Matteo Renzi, non perda occasione per mostrare la sua ostilità verso docenti della scuola pubblica.

Ci piacerebbe assistere, da parte del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e del sottosegretario Davide Faraone, a delle dichiarazioni in difesa degli insegnanti della scuola pubblica e soprattutto degli insegnanti del sud Italia: dei docenti che con grande onestà e serietà continuano a reggere, malpagati, umiliati e con enormi sacrifici, il sistema scolastico italiano.

Intanto, sul web, molti docenti stanno commentando indignati il pessimo tweet di Rondolino. E la polemica impazza.  

Lucio Ficara

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