La scuola inglese sta vivendo un momento molto difficile, causato principalmente dalla prolungata chiusura a causa del lockdown e da una serie di problemi che nelle ultime settimane hanno creato le condizioni per cui il Ministro dell’Istruzione, Gavin Williamson, è stato sul punto di dimettersi.
All’origine della crisi in atto nel Regno Unito nel mondo dell’education, oltre alla gestione da parte dello staff di Williamson, spesso criticata da docenti, genitori e altre forze politiche, del lockdown e del rientro a scuola, vi è la questione sorta, pochi giorni fa, quando sono stati resi noti i risultati dell’esame A level, che consente, una volta superato, l’accesso agli studi accademici. A causa di un errore nell’algoritmo di valutazione oltre il 40% degli studenti che hanno dato la prova non rientrano nelle condizioni per cui potranno iniziare la carriera universitaria. All’indomani sono state chieste le dimissioni del responsabile Jonathan Slater, che dal 1° settembre non sarà più in servizio.
Nel frattempo, mentre è sceso in campo anche il premier Boris Johnson, per placare le acque, è di poche ore fa è la dichiarazione di Williamson, riportata dal giornale The Guardian, dove si legge che secondo il ministro dell’Istruzione, i genitori che in Inghilterra che non rimanderanno i loro figli a scuola rischiano di limitare pesantemente le loro future possibilità di vita.
Se un bambino non va a scuola, ha detto, rischia di perdere molto più di qualche mese di apprendimento; l’istruzione è un diritto di nascita, quindi facciamo in modo di far tornare tutti i bambini, di tornare ad imparare, di tornare a giocare e di tornare ad essere bambini. Ha poi aggiunto, nell’intervista riportata anche dal quotidiano The Sun, perché ogni giorno che non vanno a scuola, non riavremo quel giorno“.
I suoi commenti sono arrivati dopo che i sindacati hanno condannato il governo per aver rilasciato una guida dell’ultimo minuto per le scuole secondarie nelle zone di isolamento, che include un “sistema a rotazione” che limita il numero di studenti presenti in una sola volta: il Dipartimento per l’Educazione (DfE) ha pubblicato la guida il venerdì sera, poco prima del fine settimana festivo e a pochi giorni dall’inizio dell’autunno.
Williamson insiste nel dire che è generalmente accettato che la salute e il benessere dei bambini sono più a rischio se non vanno a scuola e ha fatto riferimento a una dichiarazione congiunta dei medici ufficiali capo del Regno Unito, che diceva che pochissimi bambini e adolescenti, se non addirittura nessuno, avrebbero subito danni a lungo termine a causa del virus solo frequentando la scuola.
Il dibattito è infuocato, come testimoniano le numerose affermazioni di esperti e responsabili della tutela degli alunni e del personale; la segretaria dell’istruzione ombra, Kate Green, ha detto a Sky News che le linee guida erano attese da tempo e che il tempismo della diffusione delle informazioni era ingiusto nei confronti dei presidi e dei dirigenti scolastici. Paul Whiteman, il segretario generale del sindacato dei dirigenti scolastici NAHT, ha dichiarato che era ovvio settimane fa che i consigli per l’isolamento erano necessari; La decisione del governo di pubblicarlo alle 21:00 del venerdì del fine settimana festivo, prima del ritorno della maggior parte delle scuole, è a dir poco riprovevole e dimostra una totale mancanza di rispetto per il benessere dei dirigenti scolastici e delle loro squadre”.
Ha fatto sentire la sua voce anche Mary Bousted, il segretario generale congiunto dell’Unione Nazionale dell’Educazione, che ha detto che il consiglio avrebbe dovuto essere disponibile mesi fa, e che le scuole erano state lasciate libere di “andare da sole” per organizzare l’apprendimento a distanza.
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