Pensionamento e previdenza

Caos pensioni e contributi: protestano i Partigiani Scuola Pubblica

La paventata prescrizione dei contributi previdenziali degli insegnanti sta creando non poco allarme nel mondo della scuola.
Nella giornata del 20 luglio i Partigiani della Scuola Pubblica, raccogliendo un malcontento sempre più diffuso hanno diramato un comunicato di ferma protesta sulla situazione esistente.

Troppi errori nei dati Inps

“Nei tabulati dell’INPS – segnalano i PSP – i docenti riscontrano errori, discrepanze, interi anni mancanti nella stessa scuola con la stessa tipologia di servizio, scomparsa di contributi che sono stati prelevati alla fonte e che in molti casi i docenti non possono comprovare non esistendo più le scuole dove hanno prestato servizio o essendo stata loro rilasciata certificazione incompleta”.

Le conseguenze di questo disservizio sono gravi perché allo stato attuale vi sono addirittura 5mila insegnanti che sarebbero potuti andare in pensione dal 1° settembre prossimo e per quali invece l’Inps sta invece sollevando più di una obiezione.
E tutto sta accadendo per difficoltà di comunicazione e trasmissione dei dati fra Inps e Miur.

La protesta

“Gli insegnanti italiani – dicono i Partigiani – non si meritano un simile trattamento che si configura come altamente lesivo dei loro diritti. Ai docenti viene chiesto di sostituirsi agli impiegati INPS nel controllare le proprie posizioni e nell’inserire dati complessi on line nei propri estratti conto assumendosi l’onere e la responsabilità di lavori che non sono di loro competenza, pena la prescrizione”.
“A fronte di tali gravi mancanze di cui i docenti sono parte lesa –
continuano i PSP – l’INPS intima la prescrizione dei contributi entro il 31 dicembre 2018. Tale prescrizione è inammissibile perché i contributi sono stati certamente prelevati essendo dipendenti statali e se fossero prescritti, andrebbero in fumo: la pensione sarebbe più povera e raggiungibile in tempi più lunghi”.

La diffida all’Inps

“Le scelte politiche dei tecnici Monti Fornero e i gravi disservizi causati dall’Amministrazione  – concludono i PSP – non possono essere pagati dagli insegnanti italiani. Diffidiamo l’INPS dal procedere con i termini di prescrizione dei contributi previdenziali dei docenti e chiediamo al Governo in carica di mettere in atto tutte le procedure perché si ritorni a quella precedente situazione di certezza e sicurezza che consentiva ai contribuenti italiani di avere fiducia nello Stato in quanto Istituzione efficace, trasparente e affidabile”.

Reginaldo Palermo

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