Per diciotto insegnanti di religione di Roma e provincia, la digitalizzazione della burocrazia si è trasformata in un incubo. Da settembre lavorano regolarmente nelle scuole pubbliche, ma non hanno ancora ricevuto un solo stipendio. La causa? Un ritardo nell’inserimento dei dati contrattuali nel Sidi, il Sistema telematico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, dovuto a errori amministrativi.
Questi docenti, definiti “fantasma”, continuano a svolgere le loro mansioni nonostante non abbiano il cedolino che certifichi il pagamento. Vivono grazie all’aiuto di familiari e amici, poiché non hanno risorse sufficienti per coprire le spese quotidiane, né per raggiungere le scuole dove insegnano.
Secondo quanto dichiarato da Orazio Ruscica, segretario nazionale dello Snadir (Sindacato Nazionale Autonomo Insegnanti di Religione) al Messaggero, il problema risale alla scorsa primavera, quando alcune scuole non hanno inserito nei tempi previsti le ore relative all’organico di religione. A settembre, i tentativi di aggiornare i contratti nel sistema telematico sono falliti, poiché il Sidi era ormai bloccato.
Per aggirare l’impasse digitale, si è scelto di tornare alla gestione manuale dei contratti su carta, un processo che richiede tempi molto più lunghi. Snadir ha presentato diffide contro vari istituti per sollecitare una rapida risoluzione.
La ragioneria provinciale di Roma ha promesso di sbloccare la situazione a breve, ma i docenti e il sindacato mantengono alta l’attenzione. “Se non ci saranno fatti concreti, procederemo con una richiesta di risarcimento danni”, ha dichiarato Ruscica.
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