Ringrazio pubblicamente tutte le colleghe e i colleghi che hanno scioperato il 17 settembre e tutti quelli che erano con noi del sindacato Unicobas Scuola in Viale Trastevere a Roma davanti al Miur. Forse noi “della vecchia guardia” continuiamo a credere nella vera democrazia, nella “vera” scuola, qualcuno dice che siamo agitati, disturbati, che non siamo normali, che non ha senso scioperare tanto ormai hanno deciso tutto. Perchè gettare via una giornata di stipendio?
Beh cara collega, io ovviamente non la penso così, quello che mi fa paura è la tua normalità, ti guardo, ti incontro nei corridoi, ti incrocio davanti alla macchinetta del caffè, ti osservo seduta nel collegio dei docenti, ti immagino come un agnello pronto ad essere sacrificato sull’altare della “buona scuola ” di Matteo Renzi. Cara collega, se hai memoria… rileggi la proposta di legge di Valentina Aprea e Manuela Ghizzoni, troverai molte similitudini, lo studente Matteo ha fatto “taglia e incolla”, meriterebbe un voto negativo perchè ha copiato… non è farina del suo sacco e poi è l’unico studente che vuole pagarti 60 euro in più al mese (tra tre-sei-nove anni o forse mai…) come elemosina del tuo sapere ma la verità sai qual è? I soldi che spetterebbero a te finiscono invece nelle tasche dei proprietari delle scuole paritarie, dei diplomifici.
Lo so, sei demotivata, hai paura che dal prossimo anno potresti essere valutata tramite i risultati ottenuti nelle prove Invalsi dai tuoi alunni. Hai paura di essere demansionata, meglio non protestare vero? Meglio assecondare il dirigente perchè ti darà il permesso (che è un tuo diritto ma lo fa passare come un favore…).
La rassegnazione è un virus che ti prende e ti trasforma in un essere che usa l’autocommiserazione come cibo della propria esistenza. Critichi chi sciopera e lo consideri un povero cretino, indichi con l’indice della mano sinistra (non è un caso…) il sindacato generalizzando poi con tutte le sigle. Ma esiste dentro di te ancora l’orgoglio del maestro italiano? Di insegnare?
Se dopo tanti anni hai perso il concetto di amore, di passione, verso te stessa, verso chi ti ama, verso la tua professione, non puoi trasmettere la passione, il desiderio di conoscenza agli alunni.
Cara collega come fai ad accettare questo stipendio da fame? Elimina il filtro che hai davanti agli occhi e ricominci a guardare il mondo a colori. Torna a sorridere ed arrabbiarti per le cose sbagliate. Grida il tuo dissenso verso chi vuole il tuo silenzio perchè gli dai fastidio. Non cenare alle 19,00 ma fallo quando hai fame sveglia la tua anima, accendi la luce del tuo sapere critico, l’Italia ha bisogno di insegnanti che arrivano alla fine del collegio litigando con proposte e decisioni sudate per il bene degli studenti. I collegi dei docenti sembrano ormai stadi vuoti.. tanto la partita della “buona scuola” la puoi leggere sull’Ipad su Facebook ma solo prima delle 19,00 di sera… dopo devi accendere la tv e guardare “il segreto”… domani è un altro giorno ma sarà sempre colpa degli altri mai la tua… e poi domani avrai dimenticato ancora la chiavetta e il caffè te lo offrirò io… ma mi domandi (pur essendo iscritta ad un altro sindacato) se hanno sbloccato gli scatti e se potrai andare in pensione… appena suona la campanella ritorni in classe e gridi con gli studenti che non ti seguono… infondo che senso ha mantenere la libertà e l’autonomia di insegnamento… la libertà l’hai persa da quando hai smesso di protestare per i tuoi diritti… che non hai più.
Svegliati! Ricomincia a correre… non essere normale! Si orgogliosa della tua professione, dai il massimo ai tuoi studenti, non ti risparmiare… ma pretendi che ti venga riconosciuto uno stipendio adeguato perchè ricorda… tu sei una delle eccellenze di questo Paese: insegni nella scuola pubblica laica statale italiana! Semper Fidelis Civitas Schola Publica!
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