Cara Giorgia Meloni,
complimenti intanto per la sua vittoria elettorale. Una bella affermazione che depone a suo favore sia come leader e sia come donna che ha saputo imporsi anche su navigati politici, indicando loro la strada dell’affermazione al Parlamento.
In termini scolastici, le devo dire brava e darle il massimo dei voti.
E proprio perché abbiamo nel cuore la scuola e l’istruzione dei nostri ragazzi come priorità assoluta, le scrivo per dirle di darci, ora che può, visto che tutto fa supporre che lei sarà la nuova Presidente del consiglio, un Ministro dell’istruzione competente, saggio e che sappia soprattutto come portare la nave della istruzione nel porto più sicuro, unendo con rotte consapevoli il frastagliato arcipelago dell’insegnamento in Italia.
Purtroppo le precedenti figure che il Centro destra ha messo in quel dicastero, da Moratti a Gelmini, passando per Bussetti, non si sono dimostrati all’altezza del sensibile compito che dovevano svolgere. Tutti hanno deluso, chi più chi meno, ma di nessuno i docenti serbano un buon ricordo, anche perché si è avuta l’impressione che si sia guardato, non già alla valentia del capitano di quella nave ma alla composizione dell’equipaggio, utile solo a rispettare gli equilibri di forza della merce caricata.
Lei forse non sa nel dettaglio la situazione reale della nostra scuola, che non si misura solo nell’edilizia, carente e cadente, ma anche nel personale della cui sorte professionale ci si ricorda solo durante le elezioni, promettendo anche a sproposito.
Una baraonda di leggi sta sommergendo non solo le nuove leve, di novizi insomma, ma anche chi già ha anni di esperienza, mentre il mitico docente, quello che una certa letteratura ha descritto come modello da imitare, è ridotto a mendicare spazi, visibilità e pure rispetto.
Uguale discorso per i ragazzi che studiano per forza di inerzia, ben sapendo che di lavoro ne troveranno poco, come pure possibilità di sfruttare il loro titolo.
Da qui un Ministro che sia consapevole di questo, che non si lasci guidare dalla “ideologia” ma dal buon senso e dalla condizione reale, dalla sua conoscenza e dalla sua sapienza, in somiglianza, le vorrei ricordare, dei grandi intellettuali che fino a circa un trentennio fa venivano nominati in quel Dicastero.
Lei sa bene però che tutto parte e deriva dalla scuola. Senza le conoscenze che la scuola dona non c’è futuro per nessuno, fatto che può apparire una banalità ma che tuttavia è spesso dimenticato, come se l’istruzione fosse l’ultimo carro dell’ultima ruota della compagine di Governo.
Non faccia l’errore di tenere in scarsa considerazione la scuola pubblica, puntando sul privato e su quel famoso voucher dato a tutti e uguale per tutti, per poi scegliersi la propria “libertà di educazione”. Il rischio che si possano creare tante cittadelle fortificate, con tante presunte “libertà” senza confronto fra loro appare un’avventura dagli esiti incerti.
Questo anche perché ogni confessione, religiosa o no, può realizzare una scuola in competizione concorrente con l’altra, mentre è inutile che le ricordi che la destra è stata da sempre statalista.
Ecco, cara onorevole Meloni, quali sono una parte dei problemi, tra i tanti e mille problemi, della scuola a cui non si può rispondere mettendo in quella poltrona un nome qualsiasi per pareggiare i conti con gli alleati, un nome insomma di un politico per bilanciare le forze di Governo.
Scelga dunque, facendosi magari consigliare da persone di cultura, un personaggio, uomo o donna che sia, autorevole, preparato, saggio, disponibile, creativo, con un’ampia visione del mondo e delle sue cose, considerando sempre che la scuola è della Nazione intera e non di un partito. Le auguro buon lavoro.
Un cordiale saluto
Suo
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