I lettori ci scrivono

Cara Ministra, facciamo l’Esame di Stato in videoconferenza

Egregia Ministra Azzolina, mi chiamo Morena Spinello, ho 35 anni e sono una docente precaria di Materie Letterarie presso il Liceo Artistico Regionale “Luigi e Mariano Cascio” di Enna.

Tra istituti paritari privati, enti di formazione professionale, brevi incarichi presso la scuola statale e adesso con quest’ultimo incarico annuale presso la scuola regionale suddetta, sono giunta al mio quinto anno di servizio (condizione che, mi corregga se sbaglio, attualmente non mi consentirà di partecipare al concorso straordinario, bensì, con molta probabilità, a quello ordinario). Non Le scrivo, né voglio rubarLe del tempo prezioso per presentare eventuali lagnanze sulla mia condizione di precariato, ma questa mia comunicazione vuole fungere da un appello che vorrei lanciarLe in merito alla modalità di svolgimento degli Esami di Stato.

Innanzitutto, con chiaro riferimento al caso specifico della nostra scuola, volevo precisarLe che TUTTI i soggetti appartenenti a questo istituto (studenti, docenti, personale Ata e la nostra Dirigente Scolastica) siamo pendolari.

Ancora prima che questo nemico invisibile invadesse con tanta preponderanza le nostre vite, ogni mattina ognuno di noi si svegliava all’alba e  prendeva mezzi pubblici o privati per recarsi a scuola.

Trovandomi immersa in questa realtà, ho potuto appurare lo spirito di sacrificio dei miei ragazzi, che viaggiavano ogni giorno per seguire regolarmente le lezioni.

Ma veniamo adesso allo stato attuale, ovvero quello che ha visto l’arrivo del Covid-19 nel nostro Paese; con la Didattica a Distanza è stato possibile non solo continuare a stare vicini ai nostri ragazzi sul piano meramente didattico, ma anche su quello personale perché purtroppo gli adolescenti risentono maggiormente del disagio di dover (per ragioni ovvie) rimanere a casa, rinunciando così ad eventuali attività sportive, ad uscire con gli amici, e così via.

Una storia di uno di loro mi ha colpito particolarmente; si tratta di un mio alunno che quest’anno dovrà affrontare la maturità e che, allo stato attuale, non può uscire dal proprio comune perché considerato zona rossa. La descrizione della sua situazione prevedeva supermercati chiusi, con consegna a domicilio di beni di prima necessità e con netto ritardo, strade deserte e rinuncia a dover acquistare dei libri online perché nel suo stesso territorio comunale non era consentito al corriere di effettuare le consegne (sempre preciso per ovvie ragioni).

Con la conferenza stampa del Premier Conte del 26 aprile 2020, relativa all’avvio della fase 2, apprendo (non Le nascondo, con mia grande preoccupazione) che si sta seriamente valutando l’eventualità di svolgere gli Esami di Stato in presenza.

Come già ribadito poco sopra, questa eventuale decisione mi preoccupa alquanto, sia per le condizioni in cui la nostra scuola si trova a vivere, che perché per noi commissari interni gli spostamenti verranno comunque effettuati dal momento che siamo tutti pendolari.

A ciò aggiungo un’ulteriore preoccupazione: non mi preoccupo tanto per la mia stessa salute, ma per quella di tutto il personale scolastico, per quella dei miei ragazzi e per quella dei miei familiari, dal momento che abito ancora con i miei genitori e mi soffermo in particolar modo su mio padre, che ha più di 65 anni e qualche problema che lo rende un soggetto particolarmente a rischio in merito al virus: se io dovessi ammalarmi di Coronavirus e contagio mio padre, che ne sarà di lui? Non voglio nemmeno pensarlo!

Per queste motivazioni Le chiedo espressamente di tener conto di situazioni come quella della nostra scuola, per la quale lo svolgimento di un Esame di Stato in presenza sarebbe altamente rischioso, e di riconsiderare l’opzione della modalità in videoconferenza (modalità attraverso la quale vengono conseguite e conferite anche le lauree).

Confido nella sua comprensione e se ha avuto modo di dedicare del tempo alla lettura di queste righe, scritte di getto e con il cuore in mano, non mi resta che ringraziarLa anticipatamente.

 

Morena Spinello

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