«Caro amico ti scrivo». Una famosa canzone di Lucio Dalla diceva proprio così e questo potrebbe essere l’incipit per le lettere che bambini e ragazzi potrebbero scrivere agli anziani soli della città e a quelli che vivono nelle case di riposo. Obiettivo generale: non far sentire nessun anziano solo e in balia della paura.
E’ nata per questo l’idea di mettere in contatto bambini e ragazzi con gli anziani.
La proposta è nata all’interno del Progetto “ Passare dalle Notizie positive all’agire positivo per diventare cittadini consapevoli!” che l’Associazione The Bright Side in collaborazione con il Movimento di Cooperazione Educativa e il quotidiano Libertà sta portando avanti nelle scuole di Piacenza e non solo.
Abbiamo chiesto alle scuole di far partire una corrispondenza tra bambini/e – ragazze/i e i nostri amici anziani, in particolare con chi vive in strutture protette e si è ritrovato all’improvviso senza contatti con l’esterno.
Nella pandemia si sono ritrovati soli gli anziani ma anche gli alunni che sono a casa impegnati nella Dad.
La scuola deve essere vita e relazione altrimenti non sarà mai apprendimento ma altro.
«È certo che quando i ragazzi di una classe possono scrivere, comporre, stampare, leggere, illustrare e diffondere, la scuola prende un altro senso e un’altra piega.» C. Freinet in Scuola e città 1950
La motivazione nella corrispondenza e nello scambio con altre persone è fortissima e non c’è bisogno d’indurla in modo artificioso.
Oltre a scrivere alle scuole ho iniziato a contattare le case di riposo che conoscevo.
L’idea è quella di mettere insieme bambini ma anche ragazzi ed anziani, due mondi all’apparenza lontanissimi, ma in realtà più vicini che mai. Lo scambio intergenerazionale, diventa una ricchezza per entrambi. Mettere insieme bambini/ragazzi ed anziani giova ad entrambe le generazioni: i nonni migliorano l’autostima, aumentano il benessere, i contatti sociali e si riduce il loro stress e la depressione. I più giovani sviluppano un atteggiamento positivo nei confronti dei nonni ed acquisiscono una maggiore comprensione del processo di invecchiamento.
Bambini e ragazzi migliorano l’altruismo e la condivisione, qualità indispensabili nel vivere quotidiano ma anche le capacità comunicative, la comprensione e le competenze sociali.
La corrispondenza permette di mettere in contatto persone diverse per luoghi di vita, per età, esperienze, nazionalità, cultura e stabilire rapporti significativi.
Attraverso lo scambio intergenerazionale si può cercare di migliorare la coesione sociale, trasmettere il patrimonio culturale e promuovere i processi di apprendimento.
Un modo per permetterci di tornare alla consapevolezza che ogni vita è un tessuto di storie e legami non certo economici.
Roberto Lovattini
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