Cara redazione della Tecnica della scuola,
Scrivo a te perché riesci sempre a dare voce con tempestività a chi ti chiede di farsi ascoltare!! Come docente, sento sempre più il desiderio di poter dire la mia, ma non perché mi sento brava, ma perché penso onestamente che solo chi vive la scuola con passione, dopo anni di esperienza possa arrogarsi il privilegio di poter riflettere su tematiche importanti come anche quelle del reclutamento dei docenti per il nuovo anno scolastico.
Vorrei tanto che chi si trova al governo potesse prendere in considerazione di più il parere di chi la scuola la conosce, perché la frequenta quotidianamente e amandola la vorrebbe migliorare. Ho partecipato a vari corsi, ho seguito vari webinar ma quelli che mi sono rimasti dentro sono quelli tenuti da formatori appassionati, che riescono con infinita naturalezza a trasmettere non nozioni, ma vere conoscenze perché frutto di esperienze autentiche condivise. Prima di fare scelte importanti nella scuola, bisognerebbe ascoltare la voce dei docenti, delle famiglie e degli studenti.
Durante la pandemia, mia figlia di 15 anni ha esordito così: “Mi piacerebbe che ci fossero più lezioni dove i nostri professori ci chiedono come state, come vi sentite oggi, cosa avete imparato da questa pandemia, perché quando succede mi sento considerata e ho voglia di ripartire”.
La sua riflessione per me è stata predittiva e soprattutto mi ha spinto a chiederlo più spesso anche ai miei alunni della scuola primaria. Anche coloro che governano dovrebbero mettersi più in ascolto dei docenti, di coloro che hanno tante storie da raccontare per poter suggerire le giuste manovre da attuare. Serve costruire una scuola vera, autentica dove i protagonisti siano coloro che abitano quelle mura, chi guarda da lontano non conosce i veri meccanismi che regolano il sistema scolastico.
Credo che bisognerebbe mettersi in discussione a cominciare dalle più alte cariche istituzionali. Forse questa brutta pandemia ha il merito di dover mettere tutto in discussione, non per distruggere ma per costruire con umiltà ciò che può fortificare il sistema immunitario scolastico. Io partirei dall’interno, valorizzando già i docenti che sono dentro, che hanno maturato esperienza, che hanno voglia di spendersi anche con passaggi di ruolo ad altro grado di scuola, ma non possono farlo perché privi della specifica abilitazione.
Vista l emergenza del momento, un buon padre di famiglia che volesse fare partire bene il nuovo anno scolastico, dovrebbe valorizzare le risorse interne e con specifici corsi di formazione abilitanti, fare ripartire con tutto in ordine.Io docente di scuola primaria sono pronta per poter difendere questa mia tesi con infinite motivazioni.
Mia nonna mi ha sempre detto chi ha lingua oltrepassa l oceano e io aggiungo chi ha il coraggio di continuare a fare sentire la propria voce avrà contribuito a rendere migliore l altro, che riconoscerà la perseveranza e lo zelo nel volere investire per l’ amata scuola.
Epifania Stefania Conte
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