Vorrebbe eclissarsi, ma sa bene che non può farlo perché la pressione mediatica è fortissima e anche l’Usr si sta muovendo su spinta del Miur e del ministro Marco Bussetti: in poche ore, contro la professoressa Eliana Frontini, l’insegnante novarese finita nella bufera per quel “uno di meno” scritto su facebook commentando la morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega all’alba del 26 luglio, si sono scagliati tantissimi italiani. La categoria che ha più inveito contro quelle parole indegne è stata proprio quelle degli insegnanti.
La docente di storia dell’Arte, come risposta, si è prima scusata. Poi, domenica 28 luglio, preso atto che non se la caverà con l’espressione di pentimento, ha anche chiuso il suo profilo social, spiegando: “ho già fatto troppi danni”.
Nel frattempo, l’Ufficio scolastico regionale del Piemonte ha fatto sapere che non perderà tempo nell’attivare con ogni probabilità la sospensione cautelare nei suoi confronti: la donna sarà informata per scritto del procedimento e, prima di qualunque decisione nei suoi confronti, avrà il diritto di esporre le proprie giustificazioni per quelle parole entro i canonici 30 giorni.
Intanto, all’Ansa la preside dell’Istituto Pascal di Romentino, dove svolge servizio la docente di Storia dell’arte, ora in ferie, ha detto: “A scuola non ha mai creato alcun problema”.
Tuttavia, sui social continuano le prese di posizione contro l’insegnante: tra i numerosi ‘post’, c’è quello di un uomo, anche questo ripreso dall’Ansa, che dice di essere un agente, sostiene di essere stato apostrofato male dall’insegnante che lo aveva notato fare la spesa in un supermercato in divisa.
Non sembrano quindi aver avuto effetto le scuse sentite della docente. Poco dopo aver postato il messaggio “uno di meno”, la donna aveva spiegato: “Ho commesso un errore gravissimo, me ne sono resa conto appena ho cliccato su invia, ma ormai il danno era fatto”.
“Ho scritto una cavolata, non c’è nulla dire. Mi sono lasciata guidare dalla sensazione che spesso le forze dell’ordine non intervengono quando serve, quando una donna è maltratta o peggio, si muovono solo quando ormai è troppo tardi. Ho scritto quell’enorme sciocchezza, senza nemmeno pensare alla vedova e a chi voleva bene al vice brigadiere, una sciocchezza che ho provato a correggere immediatamente con un altro post, ma ormai…”.
“Voglio chiedere scusa a tutti – conclude l’insegnante – In particolare a chi era vicino al militare e ora è straziato dal dolore e chiedo scusa all’Arma dei carabinieri e all’Italia intera. Sono stata una stupida”, ha concluso l’insegnante cercando di riparare alle gravi offese.
Delle reazioni del giorno dopo, però, il tentativo non è affatto andato a buon fine. Anzi, l’impressione è che abbiano moltiplicato le accuse nei suoi confronti. Così, l’insegnante novarese ha deciso di rimuovere il suo profilo facebook.
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