Nel carcere di Fossombrone, in provincia di Urbino, si è svolto nei giorni scorsi un evento degno di essere raccontato sia come spunto di riflessione sia come buona pratica di cittadinanza e educazione civica.
Gli studenti di due classi quinte dell’istituto tecnico Enrico Mattei di Urbino si sono recati nel carcere, per incontrare i detenuti, che hanno tenuto una vera e propria lezione sul tema della libertà. Ragazze e ragazzi hanno ascoltato le esperienze dei detenuti, tra cui un ergastolano. Al centro delle riflessioni la pena e soprattutto l’aspetto della riabilitazione sociale, partendo dal punto di vista di chi è stato privato della libertà. L’incontro è stato organizzato dal Procuratore Generale della Corte di Appello, Roberto Rossi.
Per tre ore studentesse e studenti sono rimasti senza il cellulare, sono poi passati a due a due per i controlli della polizia penitenziaria e hanno toccato con mano quanto il procuratore generale della Corte di Appello di Ancona, Roberto Rossi, ha detto loro subito dopo: “Se finite qui dentro scordatevi la passeggiata con la fidanzata, la gita al mare, la pizza con gli amici e i social. Il concetto ‘tanto non succede niente’ non è vero perché gli errori si pagano e il senso di impunità non esiste“.
A parlare con ragazzi e ragazze del Mattei sono stati sette degli 84 reclusi, all’interno della sala adibita a teatro, perché a Fossombrone in carcere si recita anche, arrivati i sette detenuti accompagnati dalla polizia penitenziaria, presente in grande numero ieri. I detenuti hanno preso la parola a turno e hanno ribadito la loro consapevolezza dell’errore e dalla necessità di accettare il prezzo per quanto compiuto. Accorato l’appello dei sette detenuti nell’invitare i giovani ascoltatori a non varcare mail la soglia del carcere, dove hanno detto (alcuni di loro padri di famiglia) in carcere si soffre, tutto è limitato.
La realtà del penitenziario di Fossombrone, diretto da Daniela Minelli presente all’incontro, e che ha come comandante della polizia penitenziaria interna un’altra donna, Marta Bianco, è una delle migliori in Italia, tanto da essere definito un carcere modello, dove si può studiare, prendere un diploma, laurearsi, seguire le proprie passioni e scoprirle, imparare a dipingere. Altro messaggio corale dei detenuti è stato quello di studiare, di non trascurare mai la cultura. Nei laboratori, ricavati nell’ala della ex sala operatoria dismessa, i detenuti lavorano e coltivano i propri hobby, sono appesi quadri e iconografie da loro prodotte, le lauree e i diplomi appesi.
Tra i detenuti c’era anche un ergastolano, che ha rivelato di provenire alla stessa cittadina dove ha vissuto ed è stato ucciso dalla mafia Peppino Impastato, e ha detto ai giovani presenti di avere scelto la strada sbagliata, quella della mafia.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…