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Carcere per chi incita all’odio razziale

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La Camera ha approvato in via definitiva la legge che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni, l’incitamento all’odio razziale che si fonda “in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”: I sì  sono stati 237, i no 5, gli astenuti 102.

In aula un deputato di Forza Italia ha detto: “Ho il massimo rispetto per le finalità dell’intervento di contrasto dei crimini di genocidio e per lo spirito che lo anima. Ma questo non può essere una esimente per avallare una norma scritta malissimo, che non ha né capo né coda e che è stata modificata dal Senato in modo scellerato, sì da renderla tecnicamente orribile. Siamo passati da un’aggravante a un reato autonomo, e mi chiedo: in un Paese che soffre di una esasperata frantumazione delle fattispecie incriminatrici, c’era bisogno di introdurre un altro reato?”.

 

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“E ancora, si sta infilando nel testo il concetto, penalisticamente inafferrabile e malleabile di ‘concreto pericolo di diffusione’, mentre si eliminano i riferimenti alla ‘pubblicità’ della condotta perseguibile. Una fattispecie penale deve essere tipica e determinata, e in questo caso non lo è. Questo modo di fare le norme penali a ‘forbice aperta’, senza contenuti certi, è proprio degli Stati non democratici. Per questo, e assolutamente non per altro, personalmente voterò contro questo provvedimento”.

Per il Pd, invece, “è una legge che guarda al futuro”. Per Chiara Gribaudo, vice-presidente del gruppo dem di Montecitorio, “il Parlamento intende contrastare una delle forme più sottili e striscianti della diffamazione razziale, della xenofobia a sfondo antisemita e non solo, e in genere dell’incitazione all’odio”.

Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, era presente al dibattito e alla votazione in aula a Palazzo Madama. “L’Italia scrive una pagina storica della sua recente vicenda parlamentare e dota il legislatore di un nuovo fondamentale strumento nella lotta ai professionisti della menzogna tutelando al tempo stesso, con chiarezza, principi irrinunciabili quali la libertà di opinione e di ricerca”.