“Do fiducia agli insegnanti”: la card da 500 euro per l’autoformazione “verrà usata al meglio”. Ne è convinto il ministro Giannini, parlando delle novità introdotte dalla riforma.
L’occasione per esprimere il concetto è stata la presentazione, alla Luiss, del libro “La ricreazione è finita: scegliere la scuola, trovare il lavoro” di Roger Abravanel e Luca D’Agnese. Giannini ha tenuto a dire che “se un insegnante ha un budget modesto – ha detto Giannini – ma vuole fare qualcosa che in certi contesti è difficile fare come, ad esempio, andare all’opera” potrà farlo.
Il ministro non teme che i docenti possano utilizzare i 500 euro in modo distorto. “Questo strumento verrà usato al meglio, do fiducia ai docenti, parte fondamentale del nostro paese”, ha ribadito.
E ancora: “abbiamo aperto le finestre e le porte della scuola, che non è un patrimonio esclusivo di chi insegna, ma il centro della società. Dobbiamo riportare il dibattito al centro della comunità. Così entra il mondo che era fuori ed esce chi non voleva rimanere chiuso dentro”.
“Sono molto fiduciosa – ha aggiunto il ministro – sul consenso che potrà ottenere la riforma perché stiamo passando ai fatti”.
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Sulla card, tuttavia, permangono le perplessità da parte dei sindacati. Dopo i dubbi espressi dalla Uil Scuola, per l’obbligo di restituzione delle ricevute e il coinvolgimento dei revisori dei conti, è stata la volta dell’Anief. Secondo cui è “scorretta e ingiusta l’operazione mediatica tentata dal titolare del dicastero di Viale Trastevere di far passare i finanziamenti l’aggiornamento e la formazione professionale come un incremento stipendiale ‘per tutti’”.
“La verità – scrive il sindacato autonomo – è che le buste paga dei docenti italiani, tra i meno pagati dell’area Ocde, sono miseramente ferme da sette anni. E per come si sono messe le cose a livello legislativo, sono destinate a rimanere tali per chissà quanto tempo ancora. A meno che non si superi il decreto 150/09 che ha cancellato gli scatti automatici e contro cui i sindacati rappresentativi non potranno far nulla quando il ministro Marianna Madia li convocherà a breve per il rinnovo contrattuale della PA. Al momento – conclude l’Anief -, l’unica strada percorribile rimane quella di ricorrere al giudice del lavoro, come ha fatto l’Anief, per recuperare almeno quell’indennità di vacanza contrattuale che fino a oggi ha fatto perdere ad ogni lavoratore 7mila euro”.
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