Care colleghe e cari colleghi, siete mai stati in una scuola tedesca?
Quando vai in Germania per uno scambio culturale ed entri in una scuola tedesca, l’insegnante italiano si sente in difficoltà, non per la preparazione né per la cultura ma per il modo con cui vengono trattati gli insegnanti tedeschi.
Le scuole sono bellissime, gli insegnanti sono rispettati e molto considerati dagli studenti e da tutta la società, le aule sono grandi e le classi non sono numerose, la sala professori non è una sala ma un intero appartamento nella scuola, stanze singole e confortevoli, una cucina con tutti i confort, forno a microonde, frigo, macchina del caffè, pane, briosche, latte, acqua, quotidiani. Dopo aver consumato la colazione, una pausa pranzo, lasci la moneta in cucina anche per il giornale.
Libri gratis, attività ludiche. Spazi culturali, insomma è un piacere “vivere” a scuola.
Vogliamo parlare del bagno? Pulitissimo, profumato, carta igienica, assorbenti, crema per le mani, c’è addirittura il fon.
Ogni insegnante ha le chiavi della scuola, può entrare quando vuole anche la domenica se deve svolgere attività di ricerca o preparazione delle lezioni.
Sala biblioteca, sala relax, computer disponibili con connessione ad alta velocità.
Altro elemento che fa capire come siamo “visti” dai colleghi tedeschi.
Quando vai in Germania e sei con loro in giro o a scuola non usi mai il portafoglio, perchè se provi a pagare ti dicono: “no no lascia stare, ci pensiamo noi” in senso caritatevole, perchè sanno quanto guadagniamo al mese.
Questo ultimo elemento è umanamente devastante per un insegnante ma credo per ogni essere umano che ha studiato una vita e si trova sempre con il conto in rosso. Una sensazione bruttissima quasi quasi… ti vergogni di essere un prof.
Senti la tua dignità morire…
Come può uno stato come l’Italia, con un patrimonio culturale ed artistico più grande al mondo trattare in questo modo gli insegnanti che sono la memoria storica culturale di questo Paese?
Dai colleghi stranieri siamo considerati dei grandi professionisti ma sono stupiti per come veniamo trattati e considerati dai politici e dai governi.
Quando ho raccontato che in Italia per andare in pensione con 40 anni di contributi versati bisogna prendere un mutuo, si sono messi a ridere… per non piangere.
E sono rimasti ancora più stupiti quando hanno scoperto che questa legge era stata approvata da un governo di sinistra.
Sul confronto tra gli stipendi dei docenti italiani con quelli degli insegnanti degli altri Paesi Europei non c’è storia.
C’è una netta differenza tra la retribuzione di base e quella a fine carriera, suddivisa per ordine di scuola. Il dato del nostro Paese ci mostra come le retribuzioni iniziali dei nostri docenti assicurino un tenore di vita al di sotto di quello medio italiano”. In Europa, solo i docenti di Slovacchia e della Grecia, hanno buste paga inferiori a quelle dei nostri insegnanti. Il problema è, soprattutto, quello del mancato adeguamento stipendiale nel corso della carriera.
I prof che insegnano nella secondaria di secondo grado arrivano a percepire stipendi fino ad un massimi di 38.745 euro lordi all’anno, mentre chi svolge la stessa professione in Germania sfiora i 64mila euro. E pure in Spagna, dove l’economia non è di certo più florida di quella italiana, arriva a 48mila euro, quindi 10mila in più dei nostri docenti delle superiori. Gli insegnanti belgi (63mila euro), I prof austriaci superano i 65mila euro annui. I docenti del Lussemburgo addirittura125mila euro medi.
In Francia, ad esempio, i maestri della primaria appena assunti percepiscono più o meno quanto i colleghi italiani (tra le 22mila e le 23mila euro lorde); solo che al termine della carriera, gli stessi docenti transalpini surclassano i nostri, prendendo oltre 10mila euro in più (oltre 44.500 euro contro 33.700 euro lordi).
Vorrei tanto che il Ministro Bussetti esaltasse la figura dell’insegnante italiano, sarebbe forse il primo dopo tantissimi anni.
Ci vorrebbe un piano Marshall per le strutture scolastiche in Italia. Ricostruirle tutte!
Non vergogniamoci ma impariamo dai tedeschi che grazie al nostro spread possono permettersi questo ed altro.
Non sono banalità o piccole cose ma in Italia lo stipendio è indice anche di valore, d’importanza e professionalità.
L’Unicobas Scuola & Università ha proposto, alle Commissioni Cultura ed Istruzione di Camera e Senato di discutere dell’aumento di 1000 euro al mese gli stipendi degli insegnanti e 250 euro gli stipendi del personale non docente.
Motivo? Non siamo mica fuori di testa, semplicemente perchè il comparto scuola è stato “abbandonato” dal punto di vista contrattuale negli ultimi 10 anni (il contratto appena firmato e già quasi scaduto (31/12/2018) ha regalato mediamente 25 euro netti a tutti). Abbiamo perso però oltre 15 mila euro (fonte Cgil).
Qualcuno sul mio profilo Facebok ha fatto addirittura una battuta: “ Eh già adesso chiedono aumenti di 1000 euro… non si vergognano?
No, noi non ci vergogniamo e non ci sentiamo privilegiati, è un nostro diritto (costituzionale) percepire stipendi che ci permettono di vivere e non di sopravvivere.
Rispettare un essere umano vuole dire non calpestare la sua dignità.
L’insegnante svolge una professione fondamentale per la crescita culturale, di coscienza critica e libero arbitrio dei giovani di questo Paese, non dimentichiamolo mai.
Non facciamo i soliti bacchettoni provinciali saccenti, domandiamoci come mai in Germania gli insegnanti sono così rispettati, ben retribuiti e considerati figure fondamentali dalla società tedesca.
Paolo Latella