Le agenzie di stampa, da noi riprese poche ore fa, ci raccontano di un disegno di legge depositato in Parlamento per rendere obbligatori corsi di formazione finalizzati a preparare il personale scolastico a praticare la cosiddetta “manovra di Heimlich”.
La manovra è una particolare tecnica che potrebbe rivelarsi fondamentale nei casi di soffocamento causati dalla ostruzione delle vie respiratorie.
L’intento è nobile e va certamente apprezzato.
Ma, leggendo le prime notizie di agenzia, c’è francamente da sorridere.
Intanto il disegno di legge prevede la consueta clausola di invarianza: le risorse per i corsi di formazione dovranno essere ricavate dagli stanziamenti ordinari già esistenti.
L’aspetto che desta maggiori perplessità è però un altro: “il dirigente scolastico – si legge nel testo del progetto di legge – assicura la presenza di almeno un’unità formata ad eseguire la manovra di disostruzione delle vie aeree presso ogni plesso”.
Peccato che in molte aree del territorio nazionale le scuole dell’infanzia formate da una o due sezioni sono la maggior parte: questo, nel concreto, vorrebbe dire che – a conti fatti – tutti gli insegnanti di scuola dell’infanzia dovrebbe essere formati.
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E non basta: il disegno di legge prevede addirittura che nei locali in cui si consumano i pasti deve essere presente (per tutta la durata del pasto, dice sempre il ddl) un addetto formato.
Evidentemente chi ha redatto il testo di legge ha una idea un po’ stereotipata della organizzazione scolastica: se deputati e senatori visitassero qualche scuola potrebbero invece imparare molto su come davvero funzionano le cose.
Spesso, per esempio, i pasti vengono consumati in ampi locali per 100-150 bambini, ma non mancano le realtà in cui in una stessa scuola vi sono 2-3 o anche più locali destinati alla consumazione del pasto, ciascuno per non più di 40-50 bambini.
Insomma, al di là dei nobili e apprezzabili intenti di chi ha presentato la proposta, il suggerimento che arriva da chi la scuola la conosce avendoci lavorato per più di 40 anni è semplice: cari parlamentari, prima di legiferare sulla scuola documentatevi un po’ meglio su come sono fatte e come funzionano le scuole italiane.