“Non bocciare mai gli alunni, perchè la scuola non seleziona; tempo pieno per tutti, per rimuovere le diseguaglianze di partenza; largo alla scuola che motiva, per una didattica attiva”. Sono le tre proposte al centro della visione riformatrice di don Lorenzo Milani, che hanno come visione centrale quella di permettere allo studente di rimanere sempre a scuola, senza che arrivi mai a desiderare di lasciarla: se ne è parlato il 19 marzo al Rettorato dell’Università Roma Tre, durante la prima delle due giornate del convegno “Una scuola per cittadine e cittadini sovrani”, promosso dal Comitato nazionale per il centenario di don Lorenzo Milani. L’obiettivo è capire, in definitiva, se anche nell’era attuale della competizione e della globalizzazione, il credo di don Milani possa essere ancora attuabile.
L’appuntamento, l’ultimo del percorso di riscoperta del magistero del priore di Barbiana, si è incentrato sul tema della scuola e della sua azione formatrice per la persona: l’educazione, è stato ribadito, deve essere riconosciuta un diritto a piena disposizione della persona al pari della salute. Come del resto previsto dell’articolo 3 della Costituzione.
Nella scuola, hanno spiegato diversi relatori, vi sono dei meccanismi di selezione che ostacolano l’accesso ugualitario agli studi e di fatto non promuovono in modo analogo lo sviluppo delle persone, come era chiaramente scritto nella Lettera a una professoressa proprio di don Milani.
Nelle due giornate di approfondimento sono intervenuti e interverranno pedagogisti, docenti e dirigenti scolastici, rappresentanti dei sindacati della scuola e studenti chiamati a confrontarsi sugli aspetti ancora attuali dell’opera educativa di don Lorenzo.
Introducendo i lavori, la presidente del Comitato nazionale, Rosy Bindi ha affermato: “Don Milani e la scuola sono una cosa sola. Tutta la vita di questo prete trova compimento nel suo fare scuola, che non a caso diventa il suo ottavo Sacramento. E in questa occasione vorremmo riflettere sulla scuola di oggi, con l’ambizione di offrire il nostro contributo affinché questa istituzione, così cruciale nella vita del paese, torni ad esercitare la sua funzione costituzionale di promozione ed emancipazione dei diritti fondamentali della persona, come insegnava don Lorenzo”.
“In questa giornata – ha continuato Rosy Bindi – vogliamo anche ricordare don Peppe Diana, nell’anniversario della morte, il 19 marzo 1994. Anche lui un prete che si è battuto e ha dato la vita per dare dignità e libertà dalla violenza della camorra al suo popolo”.
Le due giornate di confronto si concluderanno con un appello alle istituzioni da parte del gruppo scuola del Centenario, rivolto alle istituzioni, al Governo e al Parlamento perché si adoperino per restituire centralità alla scuola, al fine di promuovere lo sviluppo di tutti i cittadini e del Paese.
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