Cari Genitori,
vi informo che in questo momento il Ministero dell’Istruzione sta selezionando i futuri docenti dei nostri figli.
Non sta prendendo in considerazione il loro percorso né formativo né professionale, se hanno master, certificazioni, corsi di aggiornamento oppure quanti anni hanno già passato tra i banchi di scuola.
Non sta valutando le loro competenze in ambito didattico e metodologico, la loro capacità di coinvolgere e motivare nell’apprendimento, di dare un senso alle giornate passate a scuola, di accompagnare le ragazze e i ragazzi nella realizzazione di sogni e progetti. Al Ministero non interessa nemmeno sapere se sono empatici, comunicativi e umani, se ascoltano gli studenti o se si sforzano di diventare un punto di riferimento in una società complessa come la nostra.
Devono rispondere a un test con 50 domande a risposta multipla, mettendo crocette su date, eventi, frasi tratte da libri. Non è richiesta l’analisi e la comprensione profonda di problemi e soluzioni.
Per esempio il prossimo insegnante di italiano di nostra/o figlia/o sarà chi ha risposto correttamente alla domanda sull’Indocina, sull’anno della battaglia di Leuttra e sui programmi utilizzati per creare infografiche.
Pensateci quando vi esprimete con poca stima nei confronti dei docenti. Qualcuno li ha messi dietro la cattedra e interrogatevi sulle modalità di reclutamento.
Una mamma
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