La violenza a scuola specie in questo ultimo anno, ha raggiunto numeri inaccettabili e soprattutto preoccupanti: infatti la scuola sembra essere divenuto un luogo non solo particolarmente stressante, ma anche insicuro a causa degli alunni che non riconoscono più il ruolo dei docenti che vengono bullizzati in caso di brutti voti o rimproveri. Ma quel che è peggio, i genitori non solo non sembrano aiutare la scuola, ma anzi spesso diventano proprio i bulli che picchiano e minacciano docenti e presidi.
A tal proposito, la Repubblica.it riporta la lettera del dirigente scolastico dell’istituto Salimbene – Sanvitale di Parma, Pier Paolo Eramo, il quale si rivolge proprio ai genitori: “Le classi di oggi non sono quelle che abbiamo frequentato da piccoli, perché la nostra società è cambiata radicalmente, portando dentro la scuola il disordine esterno, la fine dell’autorità e la frenesia del tutto qui e ora”.
Il preside, più specificatamente chiede aiuto ai genitori, perchè solo loro possono diventare complici degli insegnanti e della scuola, ma se gli atteggiamenti sono peggiori di quelli dei loro figli, allora…”Riceviamo mail minacciose perché abbiamo accennato alla possibilità di una bocciatura, ci denunciano per una sospensione, ci assalgono per un 7 invece di un 8, ci accusano di essere violenti per un rimprovero; ci arrivano lettere di avvocati perché abbiamo messo una nota sul registro o sequestrato un cellulare. Ci gridano che ci rovineranno la carriera, che ci faranno perdere il posto. Qualcuno scrive al nostro direttore regionale, altri al provveditorato, all’amico deputato, al ministro, magari perché non lo abbiamo messo nella sezione che voleva. Capita che il preside sia tempestato di telefonate, il docente aspettato all’uscita, i corridoi violati da chi vuol andare nelle classi a risolvere lui i problemi dei figli. Giustificano comportamenti inaccettabili dicendoci che non siamo capaci a “interessare” il loro figlio. Ostentano le loro carte intestate e il loro status; cercano di farci sentire in colpa, inadeguati”.
Ovviamente, sottolinea il preside, “molti alunni si comportano allo stesso modo, sono fuori controllo, senza orizzonte, senza direzione. I bambini e i ragazzini ci fanno il dito in classe, ci insultano davanti a tutti, minacciano (loro!) di denunciarci, ci rispondono volgarmente, ci sfidano e ci mettono in ridicolo. L’hanno imparato dagli adulti”.
Il preside Eramo, chiede comunque aiuto ai genitori, senza tralasciare il fatto che prima di tutto bisogna avere fiducia nella scuola: “La scuola è un santuario, dentro si svolgono riti inviolabili, come in chiesa. Nessuno sogna di suggerire al prete il modo di confessare, predicare, dire messa o celebrare la Pasqua. Fateci celebrare i nostri riti, che si chiamano lezione, laboratorio, gioco, scrutinio, esame. Ma anche richiamo, punizione, insufficienza, bocciatura. Regola. Rispetto. Obbedienza”.
In conclusione, il dirigente dell’istituto parmense, vuole coinvolgere i genitori:” noi vi serviamo, nel senso più alto del termine, perché serviamo il Paese. Volete davvero una generazione di persone incapaci di tollerare una frustrazione, una sconfitta, una correzione? Aggressivi e insolenti, senza disciplina, senza autocontrollo? Volete davvero che gli altri, gli educati, le persone “normali” si sentano una minoranza indifesa e perdano anche loro la fiducia in noi (e in voi)?”.
A proposito di violenza a scuola, la casa editrice La Tecnica della Scuola propone un corso online, in modalità webinar, con l’obiettivo di fornire uno sguardo sul fenomeno del cyberbullismo e le le strategie educative per un’ azione di prevenzione.
Saranno svolti 2 incontri di 2 ore ciascuno per un totale di 4 ore i giorni 12 e 14 giugno dalle ore 17 alle 19.
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