I lettori ci scrivono

Cari politici, ricordate che un diploma non vale più di un laurea

Cari Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio, Grasso, Boldrini, Meloni, Fitto, Parisi, Mastella, Lorenzin, Bonino,

mi chiamo Laura, classe 1993 e ho sempre desiderato diventare una maestra. Questa è la mia storia e quella di tanti altri.

Ho conseguito il diploma di liceo Scienze Umane nel 2012 e, a settembre, ho deciso di tentare il test d’ammissione a Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento, che ho passato brillantemente. Conseguendo questa laurea sarei diventata una maestra abilitata all’insegnamento nella scuola dell’Infanzia e Primaria ma, per avere il ruolo, avrei dovuto superare il concorso. Le Graduatorie ad Esaurimento di prima fascia, le famose Gae che permettevano di ottenere la cattedra senza il concorso, erano state infatti chiuse nel 2008.

Gli anni universitari sono stati per me estremamente formativi e l’esperienza dei 4 anni di tirocinio fondamentale, poiché mi ha preparato effettivamente al mondo del lavoro. Ogni fine anno accademico era devastante, soprattutto per una studentessa lavoratrice: dovevo redigere delle relazioni che assomigliavano a delle vere e proprie tesi di laurea e che le mie maestre tutor mi dicevano essere ben più pesanti delle attività dei docenti in ruolo, che dovevano affrontare l’anno di prova.

Io però avevo scoperto un mondo, quello dell’infanzia, di cui mi ero letteralmente innamorata, per cui non mi sono pesati nemmeno per un attimo i circa 40 esami sostenuti, le 200 ore di laboratori sulla didattica attiva e la temibile certificazione linguistica di inglese B2. Ho superato più volte quelli che credevo essere i miei limiti, progettando unità didattiche interamente basate sulla didattica attiva e allo stesso tempo individualizzate e personalizzanti. Mi sono laureata perfetta nei tempi, con lode, con una tesi incentrata sulla pedagogia interculturale e la letteratura per l’infanzia. Era giugno 2017 e arrivavo giusto in tempo per l’aggiornamento delle graduatorie da abilitata ma, purtroppo, ho dovuto fare i conti con un’amara realtà: la corsa al ricorso. Mentre studiavo all’Università le diplomate magistrali ante 2002, hanno cominciato a vincere una serie di ricorsi che le hanno portate ad entrare, seppur con riserva, nella prima fascia delle Graduatorie d’Istituto, riuscendo ad ottenere il ruolo senza concorso. Purtroppo il business sindacale non ha posto sbarramento alcuno, per cui orde di persone improvvisate si sono unite alle maestre precarie storiche e hanno cominciato a fare supplenza. La mia seconda laurea è diventata improvvisamente carta straccia, poiché non dava accesso alla prima fascia ma solo alla seconda! Addirittura questa volta il mio titolo accademico valeva meno di un diploma! PURO PARADOSSO!

Inutile dire che a settembre 2017 le chiamate per le supplenze sono state pochissime; mi sono rassegnata, non c’era verso, non era destino. Così ho preso informazioni per partire dall’Italia.

Il 20 dicembre 2017 però, è successa una cosa che ha ribaltato completamente la situazione: l’udienza plenaria, ovvero la sentenza delle sentenze, ha decretato illegittima la posizione delle diplomate magistrali in prima fascia e ha ordinato loro di entrare in seconda, insieme a noi laureati. NON HANNO PERSO IL LAVORO, infatti è stato ribadito il VALORE ABILITANTE DEL DIPLOMA, ma anche che per ottenere il ruolo è necessario il concorso, per tutti.

È stato strano quello che ho provato. Non ho gioito perché le diplomate avevano perso, ma ho sentito che c’era stata giustizia. I ricorsi avevano creato una bolla insanabile, permesso l’ingresso a scuola di persone che non avevano mai fatto questo mestiere e a pagarne le conseguenze sarebbero stati i bambini.

Molte diplomate magistrali stanno scioperando contro la decisione della Plenaria, ma ricordate che la STESSA SENTENZA ha ridato DIGNITÀ LAVORATIVA alle persone come me e permesso che ai bambini non insegnassero persone senza competenza. Io non mi sono guadagnata nulla attraverso i ricorsi, quel poco che sono e che ho lo devo alle giornate passate in classe con i miei alunni e alle notti insonni trascorse sui libri.

Mi chiamo Laura e grazie al parere dell’udienza Plenaria del 20 dicembre 2017 non sono diventata l’ennesimo cervello in fuga. Credo nella redenzione del mio Paese e chiedo ai politici di tutelare la laurea in Scienze della Formazione Primaria Nuovo Ordinamento, affinché da oggi in poi NESSUN RICORSO e NESSUNA SANATORIA possa mai togliere quello per cui faticosamente abbiamo lavorato, subclassando di nuovo i nostri titoli, i nostri sacrifici e il nostro lavoro. Non siamo così presuntuosi da affermare di valere più di un diploma magistrale, ma possiamo sicuramente ribadire che i NOSTRI DIRITTI NON VALGONO DI MENO.

Cari politici, siamo noi laureati il precariato in divenire, siamo noi a rappresentare il nuovo volto della classe docente del primo ciclo di istruzione. Solo attraverso una PROCEDURA CONCORSUALE EQUA e UGUALE PER TUTTI potremo costruire una DIDATTICA DI QUALITÀ, non attraverso l’ennesima sanatoria che ci vedrà ritornare di nuovo gli ultimi degli ultimi. Aiutateci a costruire il futuro della generazione di domani. Tuteliamo i bambini.

Laura Catroppa

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