La ministra dell’Istruzione non transige ed è in sintonia con gli studenti: commentando la denuncia relativa alla richiesta della “bella presenza”, niente piercing e tatuaggi, che alcune aziende avrebbero avanzato nei confronti delle scuole per far partecipare i loro studenti del triennio finali delle superiori agli stage nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro, la titolare del Miur ha speso parole dure.
“Per nessun lavoro e in nessun luogo si può utilizzare un linguaggio di questo tipo, cioè devi essere ‘carina’, ‘attraente’. Ciò che è importante è il contenuto del lavoro e mai le caratteristiche personali, altrimenti si offende la dignità delle persone”, ha fatto sapere la Fedeli, rispondendo alla lettera a lei indirizzata dalla Rete degli Studenti Medi, proprio sulle aziende che chiedono la ‘bella presenza’
È un linguaggio “da censurare”, ha detto Fedeli: “Ringrazio gli studenti ma ci siamo mossi subito ieri, ho chiesto già ieri mattina ai miei uffici di verificare e di intervenire”.
“La prima responsabilità di verifica nel merito – ha continuato la ministra – appartiene alla scuola, al dirigente scolastico e al tutor interno. Queste non sono procedure accettabili. Siamo intervenuti successivamente su chi aveva utilizzato quelle procedure e quel linguaggio per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro”.
“Sulla verifica che abbiamo fatto, su quattro casi tre sono di alternanza scuola-lavoro, un altro riguarda l’apprendistato, che effettivamente non è di competenza del mio ministero, ma ho ritenuto di segnalarlo al ministro del Lavoro”, ha concluso la ministra.
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