Anche il giornalista e conduttore Massimo Gramellini, intervenuto all’interno della sua rubrica su Il Corriere della Sera, ha commentato il ritiro, dopo pochi secondi dall’inizio del match, della pugile italiana Alessia Carini, che stava sfidando l’algerina dalle caratteristiche “mascoline” Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi 2024.
L’evento è stato costellato da polemiche, relative proprio alla Khelif, che molti hanno creduto essere transgender. La sportiva, invece, è nata donna; si tratta di una persona denominata “intersex“ e avrebbe un livello elevato di testosterone. Giusto, comunque, che partecipi con altre donne? Secondo molti no.
Ma chi deve decidere? Su questo si è concentrato Gramellini: “Il tema è complicatissimo, ma il vero punto sconvolgente di questa storia, come di tante altre del nostro tempo, è che non esistono più regole condivise né autorità riconosciute. Forse anche mio nonno avrebbe pensato che Imane Khelif non fosse una donna, ma mai avrebbe osato mettere in dubbio la competenza e la buona fede di chi, da un pulpito istituzionale, gli avesse garantito che lo era”.
“Ogni comunità si regge(va) su un tacito patto di fiducia. Se invece oggi chiunque si sente autorizzato a discutere di testosterone con gli scienziati di mezzo mondo e a vedere complotti ovunque, contestando le regole e trasformando in un mostro chi — come Imane Khelif — si limita a rispettarle, significa che stiamo scalando a grandi passi i gradini di una nuova torre di Babele. Dove, a furia di gridare tutti, alla fine non ascolteremo più nessuno”, ha concluso Gramellini, che si è concentrato sulla perdita di autorità da parte di alcune istituzioni, tra cui proprio la scuola e i suoi docenti.
La definizione di “intersessuale” – come ricorda l’Istituto superiore di sanità e come riporta Adnkronos – “include tutte le variazioni innate (ovvero presenti fin dalla nascita) nelle caratteristiche del sesso.
“Se mi sono fermata l’ho fatto solo per la mia famiglia. È stato un incontro irregolare? Non sono nessuno per giudicare”, ha detto Carini.
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