Carissimo Presidente Renzi… che delusione!

Mi sono permessa altre volte di rivolgermi a Lei ma mai per questioni che riguardassero la mia professione. Bene, oggi mi presento!

Sono la prof.ssa Marilina Treglia, docente con contratto a tempo indeterminato da 23 anni, di Estimo presso un Istituto Tecnico e Tecnologico di S. Agata di Militello (Me). Aggiungo, ritenendolo una sorta di valore aggiunto, figlia di Preside che dopo il 2000 è transitato nella qualifica di Dirigente Scolastico e oramai in pensione.

Orbene non avreste potuto pensare ad una cosa peggiore attribuendo al Capo di Istituto capacità di oggettività ed obiettività che non possiede o… quantomeno… non più! Vi è sfuggito un particolare e… lo capisco, considerato che per parlare di scuola forse sarebbe opportuno praticare questi ambienti, chi è il preside? Un professore che ha “vinto” un concorso, preferisco non addentrarmi nell’analisi di questo aspetto basti pensare che i tribunali amministrativi e le procure di tutta Italia sono pieni di ricorsi e denunce. Questo professore, divenuto preside, spesse volte rientra nella medesima scuola nella quale sembra essere uscito da docente e trionfalmente rientra da Dirigente. Non avete idea di ciò che questo comporta! Al Preside non interessa niente di cosa facciano i docenti in classe, di quanto contribuiscano a rafforzare il legame tra l’istituzione scolastica e la famiglia o tra l’istituzione scolastica e il territorio. Al preside piace solo una cosa aumentare il suo prestigio, la sua autoreferenzialità attraverso quell’esiguo gruppo di docenti che piuttosto che affinarsi in questioni pedagogiche, sociologiche, metodologiche studiano la pratica del servilismo. Bravi! Saranno loro ad avvantaggiarsi di questa riforma, una riforma che non premia l’integrità morale, professionale ed etica ma il servilismo sfrenato. Oggi l’interlocutore ideale dei presidi non è il docente che stimola anche il preside ed i colleghi alla riflessione sulle infinite problematiche che la vita scolastica produce, ma colui che pur di essere gradito al preside lo sostiene in tutto.

Che scuola state predisponendo! Ero felice all’idea che il merito potesse finalmente entrare nelle scuole! Io, Noi docenti, non abbiamo paura di essere valutati anche perchè noi siamo continuamente valutati, dagli allievi, dai genitori, dai colleghi, dal personale Ata, dagli interlocutori sociali… e giudicati dal Capo di Istituto. In quanto docente di Estimo e libero professionista ho da sempre approfondito gli aspetti della valutazione che è appunto alla base del giudizio di stima. Sa quando un estimatore ha fatto centro nel valutare un bene? Quando l’estimatore A confronta il proprio giudizio con quanto espresso dal valutatore B e dal valutatore C. Se i tre giudizi espressi sono simili… il valore attribuibile è equo e frutto di obiettività ed oggettività.

Aggiungo un’ultima cosa, perchè avete fatto finta che noi… tutti gli operatori scolastici, potessimo con quella che oggi ritengo “falsa” consultazione sulla buona scuola, prendere parte attiva alla costruzione di questa riforma? Ma quanti docenti, studenti, famiglie… vi hanno suggerito di attribuire al Capo di Istituto il compito di valutare e favorire la carriera dei suoi “amici”? Pensavo che con la Gelmini la scuola avesse toccato il fondo… ma… al peggio non vi è fine! Siete ancora in tempo. Si alla valutazione ma fatta da un soggetto esterno e terzo!

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