Così sul ‘Corriere della Sera‘ Carlo Verdone. Un giusto ed importante riconoscimento ai docenti e alla scuola, in primis ai loro presidi che devono, in queste settimane, fare lo slalom tra norme confuse e criticità varie, pensiamo ai tracciamenti, difficili da immaginare se non si vive la scuola dal di dentro.
«I professori sono degli eroi -insiste l’attore e regista-, ci vorrebbe più rispetto per loro, andrebbero tenuti in grande considerazione perché almeno sulla carta fanno il mestiere più bello del mondo». Le parole fanno seguito a quanto lo stesso Verdone ha detto l’altro giorno nel corso di una tavola rotonda online sui giovani e il Cinema con il Club dei Docenti di Treccani Scuola. È un momento difficile, al di là dei numeri ufficiali dettati ieri dal ministro Bianchi, perché il mondo della scuola oggi è chiamato a districarsi, chiarisce il Corriere, tra didattica a distanza o mista, tra lezioni, compiti e protocolli di sicurezza. «Cosa c’è di più importante, insiste Verdone, che crescere le generazioni future? Gli insegnanti sono gli allenatori dei giovani di domani».
«Purtroppo nella realtà ci sono troppe cose che non vanno e i professori vivono molte frustrazioni, anche economiche», ha concluso il regista ed attore. Con una confessione. «Vorrei tanto aver diretto L’Attimo fuggente, film strepitoso, ma se dovessi girarne uno io sulla scuola, scriverei la storia di un professore e del suo rapporto con gli studenti». Perché parlando dei docenti non si può non parlare degli studenti, e del mondo delle relazioni, che è il cuore pulsante della scuola. «Questi ragazzi hanno perso quasi due anni di vita scolastica, tra confusione e depressione. L’ansia è il vero male di questo periodo». E parlando degli studenti, non si possono dimenticare le famiglie. «Io sono stato fortunato, ho avuto alle spalle una famiglia vera, comica ma anche seria, che mi ha insegnato a stupirmi e a capire il bello».
Infine, non poteva mancare un affettuoso ricordo di suo padre, Mario Verdone, che è stato un critico cinematografico e docente universitario di Storia e Critica del film. «Era un professore molto amato dai suoi studenti, riusciva ad appassionarli, mai noioso, molto affettuoso, da lui potevi sempre imparare qualcosa, anche quando stava zitto».
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