Si è partiti con la protesta di alcuni studenti che, sfiniti dai costi insostenibili di stanze e posti letto nei grandi centri, hanno letteralmente piantato le tende di fronte le università di appartenenza. Dopo le polemiche tra ministri, sindaci e gruppi di studenti universitari, la questione si è poi allargata anche ad un’altra larga fetta di lavoratori che subisce passivamente questo disagio: i lavoratori della scuola costretti a spostarsi nelle grandi città per prendere servizio, nella maggior parte dei casi dal Sud al Nord.
Docenti e Ata spesso sono costretti ai salti mortali per arrivare a fine mese, con oltre 500 euro per un posto letto più le bollette e le spese quotidiane. Senza contare i costi esosi dei biglietti aerei per chi vuole approfittare di qualche giorno di vacanza per rientrare dalla famiglia. Si possono spendere anche 400 o 500 euro per acquistare un biglietto ad esempio per tornare in Sicilia per le vacanze di Natale o di Pasqua.
E per uno stipendio che rimane sempre lo stesso (fra i più bassi d’Europa), l’inflazione e i prezzi aumentano. Così, a fine mese, oltre la soddisfazione di fare “il mestiere più bello del mondo” di spicci in tasca non ne restano affatto.
La Tecnica della Scuola chiede ai lettori la propria testimonianza sulla vicenda del caro prezzi, partecipando al sondaggio. All’interno si troveranno le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
Quanto spendi in media al mese per un affitto da fuori sede?
Quanto spendi in media da fuori sede per le spese extra al mese (bollette, trasporti, ecc)?
Papa Francesco ha toccato anche l’argomento del caro affitti, agli onori della cronaca negli ultimi giorni:
“Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali. Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”.
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