E’ stato il tema che ha caratterizzato gli ultimi giorni in Italia ed ha finalmente aperto gli occhi su un problema di cui si parla troppo poco. Sul caro affitti in alcune grandi metropoli è intervenuto anche il Papa nel corso degli Stati generali della natalità.
“Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali. Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi” ha affermato il pontefice che ha richiamato la politica a regolamentare il mercato. Impossibile potersi permettere un affitto nelle città più grandi. Un problema messo in luce dagli studenti universitari ma che coinvolge anche i lavoratori della scuola, docenti e Ata, costretti a doversi spostare per tanti chilometri per poter prendere servizio.
E mentre gli stipendi restano pressappoco sempre gli stessi, il personale deve divincolarsi oltre che con l’affitto, anche con bollette, trasporti e spese quotidiane.
La Tecnica della Scuola chiede ai lettori la propria testimonianza sulla vicenda del caro prezzi, partecipando al sondaggio. All’interno si troveranno le seguenti domande:
Qual è il tuo ruolo?
Quanto spendi in media al mese per un affitto da fuori sede?
Quanto spendi in media da fuori sede per le spese extra al mese (bollette, trasporti, ecc)?
Sono diverse le testimonianze di docenti esasperati da questa situazione. Una di queste è pervenuta alla Tecnica della Scuola: un giovane insegnante precario siciliano, di 25 anni, da quattro anni supplente in istituti scolastici del trevigiano, ha spiegato che “non è semplice vivere lontano dalla propria terra e dai propri affetti, ma noi lo facciamo. Lo facciamo – ha spiegato – nonostante non abbiamo un supporto di nessun tipo da parte dello Stato”.
Riferendosi alla nuova denominazione del dicastero bianco dell’Istruzione, il supplente ha detto che il cosiddetto “merito” dovrebbe “essere riconosciuto a docenti che come me vivono con uno stipendio medio di 1.500 euro e devono affrontare ogni mese spese fisse quali: affitto, carburante, spese per viveri quotidiani”.
Il problema, ha aggiunto, non è solo quello dell’affitto e delle bollette: “Molto spesso – ha sottolineato – i pochi spicci che rimangono al mese mi servono e ci servono per tornare a casa dai nostri familiari e dai nostri affetti. Altro capitolo è il costo del ritorno a casa. A Natale ho pagato 560 euro per un viaggio da Venezia a Palermo e per le vacanze Pasquali 350 euro”.
In risposta al ministro dell’Istruzione, il supplente siciliano ha detto che sono 4 anni che viva “in comuni al Nord Italia, tutti governati dalla destra, e facendomi i conti in tasca, a fine mese rimane solo la soddisfazione di fare uno dei lavori più belli al mondo, ovvero educare le nuove generazioni”.
Il professore precario si è quindi lamentato per le promesse non mantenute da chi governa il Paese: “campagne elettorali su campagne elettorali, i risultati non cambiano! La politica, di qualsiasi colore, è sempre più distante dalla vita reale. La politica non ascolta, la politica fa i propri interessi”, ha concluso con amarezza il supplente che lavora lontano dalla sua Sicilia.
Da ricordare anche la testimonianza della collaboratrice scolastica che tutti i giorni partiva da Napoli per dirigersi in una scuola di Milano per risparmiare sul caro affitti.
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